Il fenomeno della famiglia lunga, a dispetto della connotazione negativa spesso attribuitagli, rappresenta una sorta di “laboratorio” di sperimentazione di strategie e modalità di funzionamento.
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Nella società attuale, la transizione da parte del giovane adolescente alla vita adulta è una fase lunga rispetto al passato ed ai modelli di riferimento del passato. Il tempo lungo della transizione, in accordo con Cigoli(1995) diluisce il passaggio in numerose tappe e scelte, spesso reversibili: ciò che predomina non è la transizione bensì “il transitorio”. La transizione alla vita adulta comporta una doppia transizione; dalla fase adolescenziale a quella del giovane adulto e da quella del giovane adulto a quella piena dell’età adulta.
Quindi, rispetto al passato, non si parla più di due transizioni forti, bensì la prima costituisce, quasi, una fase preparatoria (microtransizione) per la transizione vera e propria (macrotransizione) che il giovane compirà nella fase successiva.
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E’ un tempo dominato sia dalla ricchezza delle possibilità che dall’incertezza (Modell, Goodman, 1990; Sherrod, 1996). Il giovane si trova ad oggi a dover rispondere a molteplici richieste che provengono dai diversi ambiti a cui appartiene. I marcatori di passaggio di questa fase sono l’entrata nel mondo del lavoro, momento caratterizzato da difficoltà e insicurezza, e la costituzione di una nuova famiglia, impresa sempre più tardiva e in cui la famiglia d’origine riveste un ruolo preponderante.
Infatti la famiglia ha oggi, più che in passato, un ruolo centrale nella vita dei giovani, perché si vive più a lungo in famiglia e perché sono spesso assenti figure di riferimento adulte esterne alla famiglia. Ricerche recenti, hanno posto in luce la restrizione ai soli genitori del network relazionale costituito dalle figure adulte di riferimento importanti per i tardo-adolescenti contemporanei (Lanz, Iafrate, Marta, Rosnati, 1999; Tonolo,1999).
La transizione adulta, quindi, è sempre più una impresa evolutiva congiunta di genitori e figli (Cigoli, 1985; Younni, Smollar, 1985; Sroufe, 1991; Scabini, 1995). A differenza del passato, essa non si configura più come una rottura di legami preesistenti quanto piuttosto come una trasformazione di questi (Younnis, 1983; Lutte, 1987; Collins, 1997). Questo rappresenta l’esito soprattutto di una rinegoziazione delle relazioni intergenerazionali (Grotevant, Cooper, 1983). Quindi, il fenomeno della famiglia lunga, a dispetto della connotazione negativa spesso attribuitagli, rappresenta una sorta di “laboratorio” di sperimentazione di strategie e modalità di funzionamento.
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BIBLIOGRAFIA:
- Cigoli, V., Scabini, E., Il famigliare. Legami simboli e transizioni, Raffaello Cortina editore 2000
- Cigoli, V. (1995), Transizioni familiari in Scabini, E., Donati, P. (a cura di ) Nuovo Lessico Familiare, Vita e pensiero, Milano.
- Modell, J., Goodman, M. (1990),Change without Difference: School Restructuring in Historical Perspective.Harvard Educational Review.
- Lanz, M., Iafrate, R., Rosnati, R., Scabini, E.,(1999). Parent-child communication and adolescents self-esteem in normal, sepated and inter-country adoptive families. In Journal of Adolescence, 22, pp. 785-794
- Cigoli, V.,(1985) Adolescenza, progresso e degrade del processo di individuazione familiare. In Scabini, E. a cura di L’organizzazione famiglia tra crisi e sviluppo. Franco Angeli, Milano.
- Lutte, G. (1987) Psicologia degli Adolescenti e dei Giovani. Tr. It. Il Mulino, Bologna.
- Grotevant, H., Cooper, C. (1983), Adolescent development in the family, Jossey-Bass, London