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Sono gli Amici d’ Infanzia a Conoscere al meglio l’Adulto che Saremo

Nell’ infanzia vengono svolte una serie di attività che fanno emergere i tratti di personalità del futuro individuo.

Di Elena Lucchetti

Pubblicato il 19 Nov. 2012

FLASH NEWS 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Nell’infanzia vengono svolte una serie di attività che fanno emergere i tratti di personalità del futuro individuo.

Il gioco, lo svolgere compiti insieme (ad esempio chi fa copiare e chi, invece, si rifiuta), fare uno sport, aiutarsi, litigare, inserirsi in un nuovo ambiente, affrontare insieme una frustrazione, etc. sono una metafora della vita che permettono di rivelare l’indole di una persona.

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Quest’ultima viene intuita al meglio dai propri coetanei grazie alla quantità e all’intensità del tempo trascorso insieme. 

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In uno studio canadese conosciuto come il Concordia Longitudinal Risk Project, sono stati monitorati i tratti della personalità di oltre 700 persone, sia da bambine sia da adulte. 

La ricerca è stata iniziata nel 1976 da Alex Schwartzman e Jane Ledingham del Dipartimento di Psicologia della Concordia University. Attualmente è portata avanti da Lisa Serbin e Alexa Martin-Storey.

In una prima parte, i giovani volontari sono stati sottoposti a questionari in cui veniva chiesto di formulare un auto-valutazione sui loro principali tratti di personalità (aggressività, lealtà, timidezza, ambizione, socievolezza) e successivamente veniva domandato di esprimersi in merito alle stesse caratteristiche sui compagni di scuola e di giochi. Per più di vent’anni i ricercatori hanno poi continuato a seguire gli intervistati, monitorandone le esperienze di vita, delineando la loro realtà e ripetendo i questionari nel tempo. A conclusione dello studio, tra il 1999 e il 2003, i ricercatori hanno attribuito un punteggio ad alcuni tratti della personalità dei volontari, prendendo in esame l’estroversione, l’affidabilità, la socievolezza, la correttezza, le nevrosi e la coscienziosità. In totale i ricercatori hanno collezionato 30 anni di dati per concludere che le valutazioni date dal gruppo di coetanei erano strettamente associate con gli eventuali esiti nell’età adulta, a scapito delle proprie percezioni di personalità effettuate durante l’ infanzia.

Ad esempio, i bambini che sono percepiti come socialmente ritirati dai coetanei, crescendo e divenendo adulti, sviluppano livelli più bassi di estroversione. Dai risultati è emerso che quest’ultimo aspetto è un’associazione più accurata rispetto alle altre.

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Concludendo, i bambini hanno maggiori occasioni di frequentazione, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, inoltre non hanno ancora sviluppato le sovrastrutture proprie dell’età adulta. Ciò permette l’immediatezza e l’istintività dei comportamenti senza ricorrere a filtri, facendo così emergere la vera natura dell’individuo: la timidezza, la propensione al successo, la socievolezza, l’aggressività. Tutto questo si rivela soprattutto con i nostri compagni di infanzia che localizzano i punti forti e deboli, presenti e futuri con giudizi veritieri e vicini alla realtà della persona adulta.

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Elena Lucchetti
Elena Lucchetti

Dott.ssa magistrale in Psicologia Clinica

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