Gli uccelli “sono adatti per conoscere questo mondo”, ma “i bambini sono adattati per conoscere molti mondi possibili.”
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Un giorno d’estate un corvo, quasi morto di sete, trovò una brocca. Quando infilò il becco nella brocca si accorse che vi era rimasto soltanto un po’ d’acqua sul fondo. Provò e riprovò, ma inutilmente, e alla fine fu preso da disperazione. Gli venne un’idea e, preso un sasso, lo gettò nella brocca. Poi prese un altro sasso e lo gettò nella brocca. Ne prese un altro e gettò anche questo nella brocca. Piano piano vide l’acqua salire verso di sé, e dopo aver gettato altri sassi riuscì a bere e a salvare la sua vita (Esopo).
Lucy Cheke e i ricercatori del gruppo del dott. Nicola Clayton dell’università di Cambridge, hanno condotto diversi esperimenti per scoprire se i corvi sono veramente in grado di risolvere questo problema. Gli scienziati hanno sottoposto ai corvi tre problemi:
– nel primo sono stati presentati ai corvi due tubi, uno con dell’acqua e uno con della segatura. Gli uccelli dovevano decidere all’interno del quale far cadere delle biglie per riuscire ad avere il verme all’interno;
– nel secondo, è stato presentato un solo tubo riempito d’acqua. Per raggiungere il verme i corvi dovevano scegliere fra una palla di sughero o una biglia da porre all’interno del tubo;
– nel terzo esperimento è stato presentato un apparecchio con tre diversi tubi: due grossi ai lati, nei quali poteva passare la biglia, ed uno più stretto in mezzo, nel quale non entrava la biglia. La base dei tubi era nascosta per non svelare che in realtà il tubo centrale era connesso con uno dei tubi a lato formando una “U”. In questo terzo esperimento per raggiungere il verme i corvi avevano a disposizione una sola biglia.
Sorprendentemente i corvi hanno imparato a risolvere i primi due esperimenti piuttosto velocemente. Guardare per credere:
La dott.ssa Cheke ha osservato inoltre che per risolvere gli esercizi gli uccelli procedevano per prove ed errori, poiché il loro sistema di apprendimento gli permetteva di risolvere solo compiti che richiedevano processi mentali molto lineari, che permettono loro di utilizzare, o addirittura creare, utensili per raggiungere il cibo.
È a questo punto della storia che parte la sfida: bambini tra i 4 e i 10 anni saranno in grado di essere altrettanto bravi? E per farlo useranno processi di apprendimento simili a quelli dei corvi? Al fine di rispondere a questa domanda il gruppo di Cheke ha collaborato con la dott.ssa Elsa Loissel, per somministrare, durante l’orario scolastico, gli stessi tre esperimenti ad 80 bambini. Nell’esperimento con i bambini gli indigesti vermi erano sostituiti da gettoni rossi, che successivamente i bambini avrebbero potuto scambiare con adesivi colorati. Così come i corvi, anche i bambini avevano cinque tentativi e solo 2 minuti risolvere i compiti.
Se state pensando che i bambini hanno stracciato i corvi state per essere parzialmente delusi. Infatti al termine delle prime due prove troviamo che bambini e uccelli sono a pari merito, poiché entrambi riescono a risolvere senza problemi i compiti. Tuttavia al termine della terza prova i bambini battono decisamente gli uccelli, che non riescono proprio a padroneggiare un esercizio con una soluzione non evidente, anzi controintuitiva.
A partire da questi risultati Cheke ed i suoi colleghi hanno dedotto che la differenza fondamentale fra bambini e corvi è che i primi non si sono scoraggiati dall’apparente impossibilità del compito, ma sono andata avanti e hanno imparato a sollevare il gettone in ogni caso, anche se non c’erano prove di come questo stava accadendo o la soluzione non sembra avere un intuitiva. “I bambini iniziano senza una idea di ciò che è possibile e ciò che non è possibile”, dice Cheke. “Se lo facessero, non sarebbero mai in grado di imparare. Per questo motivo ai bambini piace la magia, ecco perché ti crederanno quando dirai loro ogni tipo di cose fantasiose”.
Alison Gopnik, un’esperta in psicologia dello sviluppo infantile presso l’Università di Berkeley, California, ha definito questo studio come “affascinante e illuminante”. La differenza principale tra gli uccelli ei bambini, dice Gopnik, è che i membri della famiglia dei corvi “hanno una conoscenza sofisticata ma specifica”, mentre i bambini “sembrano avere più ampia capacità di apprendimento e ad ampio raggio”. Di conseguenza, aggiunge Gopnik, gli uccelli “sono adatti per conoscere questo mondo”, ma “i bambini sono adattati per conoscere molti mondi possibili.”
Probabilmente questo studio non farà vincere il premio Nobel ai ricercatori che l’hanno condotto, ma di sicuro ha fornito un interessante aneddoto da raccontare a cena con gli amici.
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BIBLIOGRAFIA:
- Fattucci, O. (1997). Le favole di Esopo. Einaudi Ragazzi
- Balter, M. (2012, July 25). The Wisdom of Not Being Too Rational. Science Now.