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Verbalizzare ed Esplicitare le proprie Emozioni di Paura aiuta a controllare l’Ansia.

Parlare delle proprie emozioni aiuta. Ecco il primo studio che dimostra i benefici dell'etichettamento di paura e ansia in un ambiente reale

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 18 Set. 2012

Aggiornato il 02 Feb. 2015 11:49

FLASH NEWS 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

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Descrivere le propre emozioni mentre ci si trova in una situazione di forte paura e stress emotivo può aiutare a sentirsi meglio. È quanto scoperto grazie a una ricerca condotta alla University of California (UCLA).

Lo studio ha coinvolto 88 persone aracnofobiche alle quali è stato chiesto di affrontare una tarantola posta in un contenitore aperto: il compito prevedeva un progressivo avvicinamento al ragno fino ad arrivare, se possibile, a toccarlo.

Mentre si avvicinavano i soggetti avevano consegne differenti: a un primo gruppo è stato chiesto di descrivere ed etichettare le emozioni provate; un secondo gruppo doveva utilizzare vocaboli che riuscissero a smorzare l’intensità dell’emozione provata così da ridurre la minacciosità dell’esperienza, ad esempio “questo ragnetto non può farmi alcun male e io non ne ho paura!”; un terzo gruppo di soggetti doveva verbalizzare qualcosa di irrilevante rispetto all’esperienza in corso; infine un quarto gruppo procedeva all’esposizione silenziosamente.

Il compito di avvicinamento è stato ripetuto la settimana successiva, monitorando i partecipanti nelle loro reazioni fisiologiche all’ansia. Le differenze tra il primo e gli altri tre gruppi sono state significative: i risultati indicano che chi aveva potuto descrivere ed etichettare le emozioni provate durante l’esposizione riusciva ad avvicinarsi di più al ragno e a provare meno timore, avendo anche una reazione fisiologica meno intensa.

Gli scienziati hanno anche analizzato le parole utilizzate dai soggetti. Coloro che hanno utilizzato un numero maggiore di parole negative hanno ottenuto risultati migliori, sia in termini di avvicinamento alla tarantola che per quanto riguarda i correlati fisiologici dell’ansia.

Cioè descrivere la tarantola come terrificante tanto quanto appariva, si è rivelato utile nel ridurne la paura.

Questo approccio si differenzia sostanzialmente da quello in cui l’esposizione mira alla ristrutturazione cognitiva delle esperienze con una ridefinizione verbale di essa e delle emozioni in termini meno ansiogeni e più accettabili;

I risultati sono anche in contrasto con il senso comune, secondo cui mettere a fuoco e nominare aspetti di un esperienza negativa proprio mentre la si vive, la farebbe apparire ancora più ansiogena.

Questo è il primo studio che dimostra i benefici dell’etichettamento delle emozioni di paura e ansia in un ambiente reale; sembra inoltre che tale processo interessi la corteccia prefrontale ventro-laterale, una regione del cervello coinvolta nella etichettatura e nella regolazione delle emozioni, in particolare delle risposte emotive.

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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