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La Coppia in Terapia: tra Processi di Appartenenza e Separazione

Coppia e terapia: le dinamiche di appartenenza e separazione dalle proprie famiglie di origine influenzano la qualità dei legami di coppia.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 19 Set. 2012

Aggiornato il 03 Ott. 2012 17:02

 

 

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La coppia in terapia: tra processi di appartenenza e separazione. - Immagine: © ashumskiy - Fotolia.com

Coppia e terapia: come le dinamiche di appartenenza e separazione dalle proprie famiglie di origine influenzano la qualità dei legami di coppia.

Come accennato nell’articolo precedente, le dinamiche di appartenenza e separazione dalle proprie famiglie di origine inevitabilmente influenzano la qualità dei legami di coppia (ma non solo) che ciascun individuo stabilisce nel corso della propria vita.

Quasi come un moto ondoso, questi due processi, complementari ed ugualmente fondamentali nella strutturazione di un sé differenziato (Bowen, 1979), procedono di pari passo per tutto l’arco della vita di una persona. 

Dai processi di appartenenza deriva il prezioso bagaglio fatto di valori, atteggiamenti, consuetudini,  tradizioni che impariamo all’interno del contesto familiare e culturale in cui cresciamo; a livello di coppia questo patrimonio, o aspetti di esso, potrà rappresentare per ciascun partner un valore, una ricchezza, una vera e propria dote o, al contrario, essere percepito come un disvalore, un intrusione dalla quale prendere distanza o addirittura difendersi.

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La separazione invece è il processo, a volte doloroso ma sempre necessario, che permette a ciascuno la costruzione dell’identità individuale.

La coppia in terapia- la prospettiva trigenerazionale. - Immagine: © olly - Fotolia.com
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La separazione è un processo complesso e per nulla scontato, che può durare gran parte della la vita, a volte senza mai essere portato a termine (Andolfi, Angelo 1987). Secondo Williamson (1982) la “posizione Io” verrebbe raggiunta solo in età adulta, verso i 35-40 anni, grazie al superamento dell’ “intimidazione intergenerazionale”, cioè quella forma di dipendenza per cui un individuo, seppur adulto, continua a percepire i propri genitori come perfetti e onnipotenti nelle loro aspettative verso di lui; chi non vi giunge rimane intrappolato nella posizione di figlio senza riuscire a vivere i rapporti con i genitori ponendosi sul loro stesso piano generazionale, da adulto ad adulto insomma.

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Se immaginiamo appartenenza e separazione come due piatti di una bilancia, potremmo dire che chi rimane cronicamente nella posizione di figlio è colui che si sente tanto gravato dal peso delle appartenenze (e delle aspettative) familiari, da non riuscire ad affrancarvisi.

Sul versante, solo apparentemente, opposto vengono invece a trovarsi coloro che hanno messo una distanza emotiva, e spesso anche fisica, tra sé e i propri vincoli familiari.

La principale espressione di questo “taglio emotivo” (Bowen, 1979; Andolfi, 2003) è la negazione dell’intimità e dell’attaccamento non risolto ai genitori. In questi casi la bilancia pende tutta dal lato della separazione che, ben lungi dal considerarsi parte di un processo di differenziazione del sé, è una vera e propria frattura nei processi di appartenenza, prematura e traumatica.

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Il risultato è la mancanza di modelli a cui appartenere e dai quali separarsi;  non potendosi differenziare – come ci si separa da qualcosa alla quale non si appartiene? – si è costretti a una pseudoindividuazione, cioè a un’indipendenza fittizia, in cui il vuoto relazionale spinge alla ricerca di legami compensatori, tanto necessari quanto temuti; il cutoff emotivo verrà però nuovamente utilizzato per controllare il proprio coinvolgimento emotivo nella relazione con il partner. 

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Tornando alla coppia risulterà ora più intuibile come l’equilibrio raggiunto da ciascun partner tra appartenenza e separazione sarà determinante nella costruzione del legame di coppia: non ci si può unire in modo soddisfacente se prima non ci si è separati da un rapporto in cui ciascuno dei partecipanti sia stato in grado di riconoscere il suo spazio personale e di affermare la propria separatezza e individualità. 

Nel prossimo articolo parlerò più specificamente di come le dinamiche di triangolazione, in seno alla famiglia di origine, impediscono i processi di differenziazione dell’individuo e di come queste influenzano la costruzione del legame di coppia.


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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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