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Le Nuove Dipendenze: Internet Addiction

DSM 5: in discussione vi è l’introduzione di un nuovo disturbo psicologico: Internet Addiction Disorder (o dipendenza da internet).

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 13 Lug. 2012

Aggiornato il 02 Ago. 2012 11:14

 

Internet Addiction Disorder

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Le Nuove Dipendenze: Internet Addiction. - Immagine: © olly - Fotolia.comIl nuovo manuale diagnostico dei disturbi psicologici (DSM) è attualmente in corso di revisione e aggiornamento. Tra le proposte in discussione vi è l’introduzione di un nuovo disturbo psicologico: Internet Addiction Disorder (o dipendenza da internet).

Negli ultimi dieci anni l’ Internet Addiction è stata oggetto di un crescente numero di ricerche, ciò nonostante le definizione del disturbo non è ancora chiara (Weinstein & Lejoyeux, 2010). Da un lato l’eccessivo tempo trascorso online rappresenta un fattore di rischio, ma non rappresenta l’elemento principale o causante la dipendenza. Molte persone che trascorrono una grande quantità di tempo online non soffrono di alcun disturbo.

Gli elementi caratteristici della dipendenza da internet riguardano il modo in cui si trascorre tempo online. In particolare gli elementi chiave sono:

(1) Eccessiva preoccupazione verso il bisogno di accedere a internet 

(2) Ripetuti e fallimentari tentativi di ridurre l’uso di internet 

(3) Problemi di umore (ansia, irritabilità, depressione) connessi al tentativo di ridurre dell’uso di internet.

(4) Desiderio intenso, urgente e incontrollabile di navigare (Christakis, 2010).

Nel tempo queste caratteristiche portano l’individuo a porre in secondo piano altri aspetti della propria vita (es: famiglia, lavoro, ecc…) che vengono gradualmente trascurati.

Una recente ricerca ha inoltre mostrato che a parità di tempo trascorso online chi soffre di dipendenza da internet tende a ricercare maggiormente attività sociali, distrazione da preoccupazioni e la ricerca di una forte esperienza emotiva virtuale (Kesici & Sahin, 2009).

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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