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Creatività Musicale e Intelligenza

Creatività e Intelligenza sono due funzioni distinte del pensiero: pensiero divergente e pensiero convergente.

Di Redazione

Pubblicato il 18 Mag. 2012

Aggiornato il 01 Dic. 2014 09:22

Umberto Castiglione.

“Il processo creativo che interviene nell’attività artistica è curativo e arricchisce la vita”.

Creatività Musicale e Intelligenza. - Immagine: © puckillustrations - Fotolia.comNon deve sorprendere che questa idea sia costitutiva della musicoterapia, date le molte somiglianze fra processo creativo e processo terapeutico. Entrambi riguardano il trovare alternative nuove a vecchi modi di essere, pensare, sentire e interagire. Il processo creativo e quello terapeutico offrono l’occasione di esplorare e sperimentare nuove idee e modi di essere. Entrambi sono atti di innovazione , improvvisazione, trasformazione. In entrambi i processi interviene un incontro col sé più profondo: in musicoterapia l’incontro è mediato dalla musica e dall’esperienza di produrre arte.

Ritornando alla parola creatività, diversi studi e ricerche, hanno sottolineato il fatto che la creatività e intelligenza sono due funzioni distinte del pensiero: la creatività è espressione del pensiero divergente; l’intelligenza del pensiero convergente. Le caratteristiche del primo sono: mentalità aperta, insofferenza per le regole rigide, curiosità, indipendenza dal campo, flessibilità, complessità, avversione per l’ovvio e le stereotipie, abitudine a trovare problemi più che risolverli; il pensiero convergente, invece, è più regolare, più prevedibile, punta alla risoluzione del problema, è dipendente dal campo, più rigido e rispettoso delle regole, è meno fluido e meno flessibile.

Le Canzoni nei giardini che nessuno sa. Gruppo di Ascolto Musicale in Ospedale. - Immagine: © spiral - Fotolia.com
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Ormai è accertato che i diversi test di intelligenza, misurano il pensiero convergente (abitudine a trovare una soluzione ad un problema ed a prevederne le conseguenze), piuttosto che quello divergente (abitudine a trovare più soluzioni, a mettere in discussione lo stesso problema, a non accontentarsi dell’ovvio e dello scontato). Il pensiero divergente è quello che produce la creatività, quello convergente, rappresenta l’intelligenza misurata dai test. Pertanto con persone con deficit cognitivi, se stimoliamo la creatività potremo stimolare anche l’intelligenza; quindi sviluppando la creatività del bambino svilupperemo anche la sua l’intelligenza.

Nel corso della mia esperienza, ho realizzato, un programma di intervento che ha come scopo quello di insegnare ad apprendere e a pensare; l’obiettivo principe è quello di cercare di potenziare/sviluppare la struttura cognitiva sia nei soggetti non clinici sia nei soggetti con difficoltà di apprendimento, cercando di trasformare il loro stile cognitivo da passivo e dipendente in quello caratteristico di chi pensa in maniera autonoma. L’intervento ha come obiettivo quello di utilizzare il parametro “musicale” cercando di rendere il soggetto capace di apprendere nuove informazioni e di saperle utilizzare, di renderlo più efficiente nell’acquisizione di nuove tecniche e più capace di trovare vie ottimali alle risoluzioni dei problemi; in cui il soggetto viene esortato a diventare una persona, che percepisce attivamente e organizza la sua esperienza.

Il laboratorio, nasce dall’esigenza di sviluppare un apprendimento intrinseco , che miri allo sviluppo dell’auto-realizzazione della creatività della persona.(… perché egli possa aiutarsi da solo…).

Infatti come afferma E. H. Boxill lo scopo dell’educazione musicale è il raggiungimento di un’abilità musicale; mentre quello della musicoterapia, è il conseguimento di abilità di vita attraverso la modalità della musica. Nell’ambito dell’apprendimento intrinseco, si vuole dare importanza a l’essere o meglio al divenire creativi, chiamando in causa una serie di fenomeni rilevanti,come: saper progettare, pianificare , costruire, innovare, “saper fare” e “saper essere”….. che le metodologie e attività proposte, cercano di favorire.

Nel programma realizzato, vengono presentati una serie di eserciziproblem-solving, strumenti di apprendimento e giochi musicali i quali sviluppano, i diversi elementi della musica (timbro, altezza,intensità,durata…) e della teoria musicale (note, figure, pause, pentagramma, chiavi….): ogni tema sviluppa dieci stelle (dieci operazioni cognitive) rendendo quindi il soggetto più efficiente nell’acquisizione di nuove tecniche e informazioni, divenendo sempre più capace di trovare vie ottimali nel fronteggiare le diverse situazioni problematiche quotidiane. Le numerose attività musicali realizzate, sono utilizzate con il fine di aiutare la persona ad acquisire e trasferire determinati processi e strategie cognitive in altri ambiti di apprendimento e nelle diverse esperienze di vita, apprendendo quindi uno stile di vita che miri verso l’auto-realizzazione (…affinché egli possa aiutarsi da solo…)

Una scuola che educa a essere se stessi, anzi a “diventare” se stessi : a sviluppare al meglio le proprie risorse e le proprie tipicità affettive, intellettive, fisiche, estetiche, etiche, pratiche; dunque a costruire la propria autonomia. Il paradigma dinamico è un modello “autonomizzante”: aspira a far conquistare e padroneggiare i “mezzi” (10 operazioni cognitive) per orientarsi nel mondo, per agire positivamente, per compiere le proprie scelte, per decidere, per realizzarsi. Punta sulla realizzazione dell’io autentico, sull’intenzione critica con gli altri, sul cambiamento.

A noi tocca fornire all’allievo sia strumenti mentali, sia materiali diversi fra loro (fino al limite del brain-storming) tra i quali esercitare scelte per sviluppare il suo senso critico. Quanto la creatività musicale sia veicolo primario per la conquista dell’autonomia lo suggerisce il concetto di “Metacultura”; un’educazione metaculturale viene cioè a coincidere con la costruzione di uno spirito critico, antidogmatico. Si diventa autonomi, dunque , se si impara a decidere in proprio, a trovare soluzioni personali ai problemi, a offrire spazi espressivi alla propria interiorità.

In una parola a essere creativi !

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Malchiodi, A. (2009). Arteterapia: L’arte che cura. Giunti: Firenze
  • Boxill, E. (1991). La musicoterapia per bambini disabili. Omega: Torino.
  • Abbruzzese, A. (2000). Imparare dalle differenze. Suma: Bari

 

Contatta l’autore: [email protected] 

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