E’ ampiamente noto che situazioni di stress ed eventi importanti di vita possano influenzare negativamente le abitudini alimentari sia negli umani sia negli animali.
Una reazione di stress si verifica quando vi è un divario tra domanda e risposte di coping, messe in atto per riuscire a fronteggiare la situazione rischiosa (Steptoe, 1991). La letteratura suggerisce i diversi effetti esercitati dallo stress sul cibo. Per esempio, livelli bassi di stress possono indurre iperfagia, mentre alti livelli di stress potrebbero portare ad una diminuzione dell’ assunzione di cibo (Greeno & Wing, 1994). Alcune ricerche hanno evidenziato che nei pazienti sottoposti a stress acuto vi è un aumento di appetito, in risposta a situazioni stressanti e tendono ad assumere cibi più grassi durante i periodi difficili della vita. Invece, altri lavori hanno sottolineato che i fattori di stress più gravi o cronici di solito riducono l’assunzione di cibo, compresi gli alimenti grassi (Wallis, & Hetherington, 2004). Pertanto, gli individui dopo situazioni stressanti cambiano i loro comportamenti alimentari.
Ruggiero et al. (2003) hanno scoperto che lo stress determina un’associazione tra variabili cognitive e sintomatologia alimentare, associazione assente in situazioni di non stress. Inoltre, le dimensioni di impulso alla magrezza e di bulimia correlano con il perfezionismo in situazioni di stress, mentre la stessa relazione non si ha per l’insoddisfazione corporea. Quindi, lo stress può essere un fattore centrale nella genesi dei disturbi dell’alimentazione.
ESPERIMENTO:
Lo scopo di questo studio è di verificare se una situazione di stress indotto sperimentalmente possa indurre in soggetti non clinici una variazione di assunzione o riduzione di cibo subito dopo aver eseguito il compito. Mentre in studi precedenti abbiamo utilizzato una vera e propria situazione di stress reale, in questo caso è stata adottata una situazione stressante riprodotta in laboratorio, che ci ha permesso un controllo più rigoroso e la manipolazione della variabile sperimentale.
Aspetti metodologici:
Allo studio hanno partecipato 80 soggetti sani bilanciati per sesso e per età. Inizialmente, tutti hanno compilato una batteria di questionari per valutare il loro stato cognitivo e la presenza di eventuali disturbi alimentari. ciascuno dei partecipanti, successivamente, è stato stressato attraverso la realizzazione di un computo cognitivo di Working Memory visuo-spaziale, mutuato da un paradigma di n-back, eseguito al computer. Ed infine hanno compilato nuovamente la batteria di questionari.
I dati sono stati analizzati attraverso una serie di statistiche multivariate che hanno evidenziato un aumento sia dell’impulso alla magrezza sia della bulimia nel campione dei maschi e delle femmine. Per valutare il reale effetto dello stress sul sintomo alimentare sono stati realizzati dei modelli di equazione strutturale da cui si evince che il perfezionismo e controllo influenzano lo stress determinando impulso alla magrezza. Mentre, la bulimia è generata dallo stress che a sua volta è influenzato dalle variabili cognitive di perfezionismo e controllo.
Il principale risultato del presente studio è che la situazione stressante è un fattore determinante la genesi del disturbo alimentare. Quindi, lo stress ed altre variabili cognitive intervenienti determinano l’insorgenza di un disturbo alimentare.
BIBLIOGRAFIA:
- Greeno C G, Wing R R. Stress-induced eating (2004). Psychological Bulletin 115, 444–464.
- Ruggiero GM, Levi D, Ciuna A, Sassaroli S (2003). Stress situation reveals an association between perfectionism and drive for thinness. International Journal of Eating Disorder 34, 220–226.
- Steptoe A. (1991). Invited review. The links between stress and illness. Journal of Psychosomatic Research 35, 633–644.
- Wallis DJ, Hetherington MM (2004). Stress and eating: the effects of ego-threat and cognitive demand on food 43, 39-46