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Postura e Decision Making: quando a sinistra si sottostima l’ignoto…

Nuovi studi dimostrano il ruolo inconsapevole della postura nel decision making quando si deve approssimare una valutazione.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 24 Nov. 2011

Aggiornato il 19 Ott. 2012 09:39

Nuovi studi dimostrano il ruolo inconsapevole della postura nel decision making quando si deve approssimare una valutazione.

Postura e Decision Making - Immagine: © olly - Fotolia.com - Non sempre ci rendiamo conto delle modalità e delle istanze che intervengono nel momento in cui dobbiamo prendere delle decisioni e valutare approssimativamente qualcosa di cui non abbiamo certezza. Sulla scia degli attuali trends scientifici inneggianti alla cosiddetta grounded cognition, il legame tra percezione, azione e cognizione viene ogni volta riconfermato dalle più diversificate evidenze empiriche in relazione a diverse funzioni cognitive.

Per non andar lontano, nell’ambito di State of Mind tornano alla mente diversi contributi, dall’articolo del trio Di Carlo, Catenazzi, Della Morte “Sofferenza e bassa autostima? Colpa della postura” “Sofferenza e bassa autostima? Colpa della postura” all’articolo di Fiore “La vescica piena influenza le vostre decisioni”. Così, sembrerebbe che un importante fattore in gioco proprio nei momenti in cui siamo impegnati a prendere una decisione, nel cosiddetto processo di presa di decisione, sia non tanto e non solo la nostra mente quanto il nostro corpo.

Sofferenza e bassa autostima? Colpa della postura
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Il processo di decision-making, così come altri processi cognitivi, di fatto chiama in causa un’integrazione di più fonti di informazione più o meno consapevoli, da informazioni mnestiche, a esiti di processi immaginativi e simulativi, fino ad arrivare a informazioni derivanti dal nostro corpo, come ad esempio quelle relative alla postura. In un nuovo studio, Anita Eerland, Tulio Guadalupe e Rolf Zwaan hanno scoperto che manipolando a livello sperimentale l’inclinazione del corpo si può influenzare la stima soggettiva delle quantità, come per esempio la valutazione di dimensioni, numeri e percentuali.

Anzitutto, quando noi pensiamo ai numeri, generalmente ci rappresentiamo mentalmente i numeri più piccoli sulla sinistra e i numeri più grandi sulla destra del nostro campo immaginativo. I ricercatori partendo da questo presupposto hanno ipotizzato che la stessa postura del corpo, lievemente più inclinata da una parte o dall’altra, potrebbe portare inconsapevolmente le persone a sovra o sottostimare ciò che viene loro richiesto.

La vescica piena influenza le vostre decisioni? - Immagine:  © piai - Fotolia.com -
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Per verificare questa ipotesi, a 33 studenti universitari è stato chiesto di stare in piedi su una pedana bilanciata che impercettibilmente ne manipolava la postura come lievemente più inclinata verso destra o verso sinistra; nello stesso tempo veniva loro chiesto di dare una stima, cioè una valutazione approssimativa, di alcuni elementi che apparivano su uno schermo. Nello studio sperimentale le stime richieste riguardavano diversi aspetti in termini di quantità, come per esempio, l’altezza della Tour Eiffel, la percentuale di alcool nel whiskey oppure il numero di nipoti della Regina Beatrice d’Olanda…

 

Questa singolare e curiosa manipolazione sperimentale ha assecondato le aspettative dei ricercatori: i soggetti partecipanti al test fornivano stime più conservative, cioè numeri e percentuali più basse nella condizione in cui “pendevano” lievemente con il corpo verso sinistra rispetto a quando stavano inclinati più verso destra oppure stavano ben eretti: in altre parole la Tour Eiffel era considerata più bassa da chi si ritrovava un po’ più flesso verso sinistra!

D’altro canto, dalla ricerca emerge che, se si conosce esattamente la risposta del quesito, e quindi non ci si trova a dover approssimare, la postura ovviamente non influenza la correttezza della risposta.

Quindi la postura del corpo può influenzare in qualche modo le stime soggettive di qualcosa che non conosciamo precisamente, ma sicuramente non arriva a “sovrascrivere” l’esatta conoscenza di per sé. Non vi preoccupate quindi se durante un quiz a premi o un compito in classe state scomposti e non ben eretti, a meno che non vi troviate costretti ad approssimare la risposta: non fidatevi troppo del vostro corpo, delle sue posture e dei suoi movimenti… i processi cognitivi e i loro esiti ne sono strettamente legati!

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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