In tempi di crisi sarebbe opportuno non commettere “errori” nella gestione delle nostre risorse economiche, ma la buona volontà non è sufficiente. Il nostro giudizio è infatti offuscato da distorsioni cognitive che guidano scelte economiche non sempre oculate. Conoscere i dieci errori più tipici è il primo passo per evitarli.
1. L’errore dello Status quo. Il nostro sistema cognitivo ci induce a scegliere ciò che abbiamo già scelto in passato, anche se il mercato propone alternative più valide. Questo succede perché il cambiamento impone sforzi mentali maggiori e il saper tollerare una certa dose di incertezza. Il suggerimento è quello di osare l’acquisto di nuovi prodotti destinati comunque ad un rapido consumo così che, se non dovessero piacervi, ve ne possiate sbarazzare presto.
2. Razionalizzazione post-acquisto. Ammettere di aver commesso un errore pesa a chiunque. Ecco perché anche un acquisto evidentemente sbagliato ci appare un oggetto di cui non potevamo fare a meno: un gilet di lapin ad agosto diventa il capo più “cool” per affrontare il freddo del reparto surgelati.
3. La trappola della relatività. Il nostro giudizio in merito al prezzo è sempre relativo. Non sappiamo resistere ai saldi: duecento euro per un paio di sandali gioiello sono bruscolini se paragonati ai quattrocento del prezzo pieno. I commercianti sono consapevoli di questo nostro difetto cognitivo e ne approfittano esponendo qualche articolo a prezzo elevato così da far sembrare economico quello a fianco. Ma questo errore cognitivo può essere sfruttato a nostro favore se ci abituiamo a fare paragoni a largo spettro, utilizzando ad esempio i siti predisposti a questo.
4. Effetto possesso. Abbiamo la tendenza ad attribuire un valore maggiore alle cose che ci appartengono. Ecco perchè è spesso difficile cambiare casa: vorremmo vendere il nostro monolocale e con il ricavato comprare una villetta con giardino. A volte basta anche soltanto fare un’offerta per un articolo su eBay e già lo sentiamo un pochino nostro, quel tanto che basta per farcelo pagare oltre il prezzo esposto nel negozio sotto casa.
5. L’errore del presente. Ritrovarsi a pagare canoni esosi di contratti telefonici non ci spaventa se nell’immediato abbiamo nelle mani l’ultimo gioiello della telefonia mobile. Questo è dovuto alla tendenza a preferire un’immediata soddisfazione anche a costo di pene future. Prima di acquistare dovremmo invece pensare non solo a ciò che stiamo comprando oggi ma anche a ciò che ci ritroveremo in futuro.
6. Paura delle perdite. le persone tendono a vendere degli oggetti quando salgono di prezzo e a tenerli per sè quando calano di valore, ma questa strategia alla lunga potrebbe non essere quella vincente…
7. Familiarità. Scegliamo un prodotto perchè ci è familiare, motivo per cui la pubblicità funziona: più lo vediamo sponsorizzato più attribuiamo valore all’articolo.
8. Retrospettiva rosea. La tendenza a interpretare le nostre passate decisioni come migliori di quelle che in realtà sono prepara il terreno a commettere gli stessi errori.
9. Gratis. Un omaggio è una tentazione davanti alla quale non sappiamo resistere. Le offerte 3×2 nascono proprio per cavalcare l’onda di questo nostro difetto. E’ capitato a tutti di acquistare due inutili articoli per avere il terzo gratis con il risultato di aver sborsato dei soldi per entrare in possesso di non due, bensì tre oggetti di cui non avevamo alcun bisogno.
10. Impulsività. I peggiori guai economici sono dettati dalla mancanza di controllo o almeno da una sovrastimata capacità di mantenerlo davanti alle tentazioni. La soluzione è semplice: stare alla larga.
Ora che siete tutti più consapevoli degli errori cognitivi potete fare buon uso di queste informazioni per evitare un pericoloso dispendio di denaro. Io preferisco invece utilizzarle come scusa quando rientro a casa con qualche sacchetto di troppo: “Non è colpa mia, è che mi hanno disegnata così”.
BIBLIOGRAFIA:
- Why We Buy: How to Avoid 10 Costly Cognitive Biases — PsyBlog
- Linciano N. Gennaio 2011. Errori cognitivi e instabilità delle preferenze nelle scelte di investimento dei risparmiatori retail. N. 66 Studi e Ricerche. CONSOB, Divisione Studi Economici, Ufficio Analisi Economica.
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