expand_lessAPRI WIDGET

Magro è bello? Dipende dalle latitudini!

Di Redazione

Pubblicato il 11 Lug. 2011

Aggiornato il 05 Nov. 2012 13:58

Romina Brambilla.  


Se nel mondo Occidentale contemporaneo le diete e la magrezza sono diventate una vera e propria “ossessione culturale di massa”, in Mauritania, stato dell’Africa Occidentale con la minore densità abitativa del mondo, vale esattamente il contrario. In questo Stato resiste ancora oggi l’antica pratica tribale del LEBLOUH, consistente nel far ingerire fino alla nausea enormi quantità di cibo a bambine e preadolescenti, per renderle spose appetibili e procurare loro un buon e “precocissimo” matrimonio. Questo modello estetico, giunto sino ai giorni nostri, affonda le sue radici in un tempo lontano quando nel deserto le mogli degli uomini più importanti della tribù locale, per sfuggire al caldo, non uscivano mai dalla tenda e passavano le loro giornate mangiando e dormendo, fermamente convinte che “le dimensioni di una donna siano proporzionali allo spazio occupato nel cuore degli uomini”. L’obesità della sposa è, infatti, associata alla prosperità, al potere e alla bellezza; un corpo magro e filiforme, non è solo considerato poco attraente dal punto di vista fisico, ma anche fonte di vergogna per la famiglia, che nel concedere in sposa un’esile fanciulla, potrebbe correre il rischio di essere considerata “famiglia poco prestigiosa ed incurante delle tradizioni”. Questa forma di “binge eating” indotto è diffusa soprattutto nelle zone rurali del Paese ed è facilitata dalla presenza di vere e proprie “fattorie dell’ingrasso”, che al pari dei nostri centri fitness più avanzati, modellano il corpo delle giovani, trasformandole in poco tempo da minute bambine a matrone oversize. Al posto dei personal trainers, vi sono signore, specializzate nella pratica dell’ingrasso, che propongono alle giovani un regime alimentare giornaliero estremamente efficace e crudele nella sua semplicità: trangugiare per tre volte al giorno enormi quantità di datteri, couscous, miglio, burro e latte di cammella. La tortura inizia a cinque anni e se tutto va nel verso giusto le bambine, promesse spose, arrivano a 12 anni a pesare tra i 60 e i 100 kg. Alla fine della “cura” alcune ragazze faticano a camminare per il troppo peso accumulato e dimostrano il doppio della loro età.

Come è facile immaginare la pratica dell’ingrasso è portatrice di numerosi problemi, soprattutto legati all’obesità. Il governo della Mauritania ha pertanto lanciato diverse campagne di “desensibilizzazione”, puntando soprattutto sui rischi connessi alla salute. Se nelle zone rurali, dove le campagne di informazione promosse dal governo e da alcune associazioni locali, non sono mai arrivate, tanto che la pratica dell’alimentazione forzata coinvolge ancora l’80% delle giovani donne, in città il vento sta cambiando. Nella capitale Nouakchott – dove pure si vendono pillole superenergetiche, barrette ipercaloriche e persino prodotti a base di ormoni o di cortisone – la percentuale scende sotto il 10%. Oltre alla scolarizzazione, le maggiori “spallate” alle tradizioni arrivano da internet e dalle tv satellitari che portano in casa nuovi modelli culturali in relazione all’aspetto corporeo: corpi snelli e tonici. Così ogni sera migliaia di giovani mauritane riempiono le palestre o corrono lungo i viali cittadini. Madide di sudore e sorridenti. Sebbene rimangano alcuni estimatori delle forme sovrabbondanti, secondo alcuni sondaggi anche gli uomini, nelle città, sembrerebbero preferire compagne snelle ed atletiche, probabilmente conquistati da bellezze d’importazione occidentale, tanto da far dire ad Jussuf, negoziante di 19 anni intervistato dalla BBC: “Vogliamo mogli magre!”.

La moda e i mezzi di comunicazione, al pari delle tradizioni, rivestono pertanto un’enorme capacità di influenzare. Non sono entità culturali isolate ma creano e riflettono valori e interessi culturali dominanti, anche nell’atteggiamento nei confronti del corpo, tanto da riuscire a modificare “dimensioni di una donna nel cuore di un uomo”. Voi che ne pensate?

Fonti e bibliografia

www.magharebia.com. http://www.corriere.it/esteri/09_febbraio_25/mauritania_donne_grasse_viviana_mazza_d3b7bbde-0347-11de-a752-00144f02aabc.shtml
Gordon, R. (2004). Anoressia e Bulimia, Anatomia di un’epidemia sociale. Raffaello Cortina Editore

Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel