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Internet addiction: quando il web ci rende tristi – Parte 2

Le persone che sviluppano una internet addiction manifestano anche stati di ansia o depressione, iperattività, isolamento sociale e bassa autostima.

Di Michela Muggeo

Pubblicato il 25 Nov. 2013

LEGGI PARTE 1

Internet addiction 2: quando il web ci rende tristi . - Immagine: © viperagp - Fotolia.comCome visto nella prima parte di questo articolo, è frequente che le persone che sviluppano una dipendenza da internet manifestino anche altri sintomi psicopatologici, come stati di ansia o depressione, iperattività, isolamento sociale e bassa autostima (Gundogar et al., 2012; Bernardi e Pallanti, 2009).

Similmente, è stato riscontrato che chi sviluppa una dipendenza da internet ha spesso anche dei tratti personologici distinti, come la tendenza all’impulsività, alla ricerca di esperienze e sensazioni nuove e alcuni tratti di aggressività (Ko et al., 2010; Park et al., 2012; Ma, 2012).

Quello che ancora si sa poco è l’impatto che l’utilizzo del web ha in persone con una dipendenza da internet rispetto a chi non manifesta questo problema. La letteratura, infatti, assume che l’utilizzo di internet è mantenuto grazie a un sistema di rinforzi positivi, come ad esempio il divertimento, il passare del tempo o il trovare informazioni. Se questo è vero per la maggioranza degli utenti che usano quotidianamente la rete, sembra che altri meccanismi, più legati a fattori di personalità, siano implicati al mantenimento di comportamenti problematici legati all’uso di internet; ad esempio, alcune ricerche mostrano che l’esposizione a situazioni di rischio non aumenta l’ansia in persone dipendenti dal gioco d’azzardo.

Come succede spesso in psicopatologia, è possibile che l’impatto psicologico negativo della dipendenza da internet possa in se stesso fungere da fattore di mantenimento della dipendenza stessa, andando a creare nelle persone proprio un maggiore coinvolgimento alla rete per fuggire dalle emozioni negative provocate dallo stesso web.

Uno dei primi studi originali in questo campo è stato pubblicato qualche mese fa su PLOS ONE, da un’idea di una giovane italiana, Michela Romano, che è andata a indagare se l’uso di internet influisce in maniera diversa in base a quanto tempo abitualmente le persone usano la rete. In questo senso, i partecipanti allo studio sono stati divisi in due gruppi in base a quanto l’utilizzo di internet impattasse in maniera negativa sulla loro qualità della vita oppure no. A entrambi i gruppi sono stati somministrati test per misurare i livelli di ansia e depressione e altre variabili psicologiche; dopo aver completato i test, a tutti è stato chiesto di utilizzare in maniera libera internet per 15 minuti facendo quello che preferivano; successivamente, sono stati rivalutati i sintomi ansiosi e depressivi, per vedere se l’esposizione a internet avesse avuto effetti diversi su persone con la dipendenza da internet rispetto a chi non manifestava tale problematica.

I risultati parlano chiaro: l’utilizzo di internet ha un pesante impatto negativo sull’umore nel gruppo dei “dipendenti”. In particolare, nel gruppo di chi mostra comportamenti problematici rispetto all’uso della rete, aumentano in maniera significativa i punteggi alle scale di ansia e depressione, nonché di isolamento e impulsività.

Questi dati potrebbero essere spiegati proprio in riferimento al meccanismo di mantenimento della dipendenza stessa: l’impatto immediato negativo sull’umore, infatti, potrebbe essere la molla che spinge queste persone a re-ingaggiarsi nuovamente online proprio per sfuggire a queste emozioni spiacevoli.

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BIBLIOGRAFIA:

 

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