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La schema Therapy con i bambini e gli adolescenti (2017) di Loose C., Graaf P., Zarbock G. – Recensione del libro

Nel testo "La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti" gli autori illustrano come applicare la Schema Therapy in età evolutiva in ogni fase specifica: un capitolo per ogni fascia di età, nel quale sono descritti i principi essenziali della terapia ma anche le tecniche e gli strumenti specifici.

Di Alessia Incerti

Pubblicato il 28 Mar. 2018

Nel testo La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti gli autori usano questa metafora: gli schemi sono atomi che si combinano a formare diverse molecole, i mode. Anche nella terapia con i bambini e gli adolescenti è fondamentale individuare mode, schemi, stili di coping e bisogno primario non soddisfatto.

 

Questo libro è per noi una gioia ma anche una sfida, per la prima volta a livello internazionale, presentiamo l’approccio della Schema Therapy (…) per l’ambito della terapia con bambini e adolescenti.

 

Questo è l’incipit dell’introduzione al testo La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti, atteso dagli psicologi dell’età evolutiva e dagli psicoterapeuti formati nella Schema Therapy, ideata da Jeffrey Young.

La psicopatologia secondo la Schema Therapy di Jeffrey Young

La Schema Therapy descrive la psicopatologia partendo dai principi fondamentali della psicologia clinica dello sviluppo (Heinrichs & Lohaus, 2011). Nello specifico occorre tenere presente un modello che comprenda l’esame dei seguenti elementi:

  • Fattori di rischio che possono influire o compromettere lo sviluppo emotivo, cognitivo e sociale del bambino fino all’emergere di disturbi psichici. Quali sono questi fattori di rischio? Fattori biografici e culturali del contesto familiare e socio-culturale. Ma anche fattori genetici e di vulnerabilità biologica.
  • Fattori di protezione. Che cosa favorisce lo sviluppo ottimale o cosa riesce a contrastare gli effetti dei fattori di rischio? La disponibilità di almeno una relazione funzionale con un caregiver affettivo è certamente la miglior protezione, oltre alla “robustezza biologica” e ad altri fattori sia personali sia di situazione.

Oltre al modello dei fattori di rischio è da tener presente il modello dei compiti evolutivi (Havinghurst, 1972) e il modello delle dimensioni e costellazioni temperamentali (Herpetz,2008). Nella Schema Therapy fattori di rischio, fattori protettivi, dimensioni temperamentali sono posti in correlazione con i bisogni primari. La frustrazione cronica dei bisogni primari (attaccamento-autonomia-autostima-gioia e divertimento) e del bisogno di coerenza interna, peggiora l’effetto dei fattori di rischio e dirige la psicopatologia. In che modo si sviluppa pertanto la patologia?

La frustrazione cronica dei bisogni e una scarsa coerenza di sé porta alla costruzione di specifici schemi. Essi possono essere definiti come un tentativo, poco funzionale, di soddisfare comunque il bisogno di coerenza ovvero di giungere a un coordinamento di tutti i processi mentali e neuronali per acquisire sicurezza e identità.

Ogniqualvolta un bisogno primario è frustrato si scatenano nel bambino reazioni emotive negative: rabbia, tristezza, paura. Se vissute ripetutamente e con elevata intensità è possibile che il bambino sviluppi un modo stereotipato di comportarsi in reazione a esse.

Abbiamo gli stili di coping o strategie di reazione. Si tratta delle classiche reazioni di allarme tipiche di tutti gli esseri viventi: fight-flight-freeze.

Ovvero con i termini della Schema Therapy:

  1. Stile di coping di iper-compensazione o reazione di attacco o aggressione o fight.
  2. Stile di coping basato su evitamento o reazione di fuga o flight.
  3. Stile di coping della sottomissione e resa o reazione di congelamento o freeze.

Lo schema secondo Jeffrey Young è dunque il risultato di un processo di apprendimento, è inteso come un insieme di ricordi, cognizioni, emozioni e reazioni corporee.

Young ha sviluppato il concetto di mode che definisce così: combinazione di schemi adattivi e maladattivi o di operazioni di schemi che sono attivi contemporaneamente in una persona (Young et al., 2005). Schemi e stili di coping si raggruppano come parti del sé, un modo disfunzionale è una parte del sé che è poco integrata con le altri parti del sé.

La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti: come applicare la Schema Therapy in ogni fase dell’età evolutiva

Nel testo La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti gli autori usano questa metafora: gli schemi sono atomi che si combinano a formare diverse molecole, i mode.

Anche nella terapia con i bambini e gli adolescenti è fondamentale individuare mode, schemi, stili di coping e bisogno primario non soddisfatto.

Nel testo gli autori illustrano come applicare la Schema Therapy in età evolutiva in ogni fase specifica. Troverete un capitolo per ogni fascia di età dal neonato fino al giovane adulto, nel quale sono descritti i compiti di sviluppo e i principi essenziali della terapia ma anche le tecniche e gli strumenti specifici per ogni età. L’uso dei pupazzi, delle storie, delle metafore e delle carte gioco e del role-play sono strumenti fondamentali dell’approccio con il bambino e l’adolescente; il lettore potrà conoscerli anche attraverso i numerosi casi clinici che gli autori hanno descritto nel manuale.

Volendo fare una sintesi dell’approccio con i bambini è possibile procedere come segue.

La prima tappa è: l’identificazione del mode. Potremmo dire al bambino “dobbiamo creare una squadra, chi sono i giocatori di questa squadra? Quali sono le emozioni che conosci di questa squadra?”.

La seconda fase è accedere al bambino vulnerabile. Un mode che si potrebbe presentare in questa fase è quello del bambino felice, l’altro è il mode del bambino vulnerabile. Al bambino vulnerabile dobbiamo dare tutto perché è il bambino che ha più bisogno di supporto, senza critiche. Ad esempio giocando con le marionette dobbiamo fare in modo che la parte del bambino vulnerabile abbia il pieno sostegno, il nostro obiettivo principale è dare a questa parte del bambino ciò che vuole e capire qual è il bisogno frustrato.

La terza fase riguarda il determinare la funzionalità dei mode del nostro paziente, ovvero riuscire ad individuare tutti i punti di forza e le difficoltà del bambino. Qualunque mode sia, una volta che è compresa la sua funzionalità del mode si procede a riorientare il mode, rafforzando i mode più funzionali e positivi e togliendo così forza alle componenti disfunzionali che determinano comportamenti problematici. Ogni mode ha aspetti funzionali e disfunzionali, ogni mode ha un suo senso, una sua ragion d’essere, non esiste un mode che sia solo sbagliato, bisogna trovare l’alternativa che possa svolgere un lavoro che questo mode non riesce a fare. Ultima fase è il trasferimento di questo nella vita di tutti i giorni, nessuna terapia ha senso senza che abbia un effettivo beneficio nella vita quotidiana.

Peter Graaf dedica uno specifico capitolo di La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti al lavoro con i genitori. Come sempre non è pensabile e non è efficacia fare psicoterapia con i bambini senza coinvolgere i genitori e in molti casi progettare un lavoro specifico con loro.

Nella maggior parte dei casi, spiega l’autore, il coaching dei genitori è una parte irrinunciabile del percorso terapeutico.

In Schema Therapy si usa l’espressione coaching genitoriale per indicare una forma di consulenza sullo sviluppo del bambino e sulla comprensione di come i propri schemi possano colludere con gli schemi dei figli. I genitori sono guidati anche verso l’individuazione dei propri schemi maladattativi, il comportamento problematico del figlio potrà essere visto anche come sintomo derivato dall’esistenza di schemi e mode disfunzionali in famiglia.

Strumenti e tecniche del coaching dei genitori sono la psico educazione, il role-play, la tavola della famiglia, il disegno, gli esercizi immaginativi e le letture specifiche.

E’ possibile un lavoro con i genitori in parallelo con la terapia del bambino ma anche sedute familiari o sedute con il bambino e un singolo genitore.

Gli autori descrivono, inoltre, quali aspetti generali indicano o controindicano il trattamento con quest’approccio.

Schema Therapy in età evolutiva: indicazioni per l’uso

Controindicazioni all’uso della Schema Therapy in età evolutiva:

  • In presenza di sintomi acuti e pericolosi (grave anoressia)
  • In presenza di sintomi psicotici.
  • In presenza di sintomi neurologici o gravi ritardi nello sviluppo.

Indicazioni all’uso della Schema Therapy in età evolutiva:

  • Il bambino non è ancora pronto per la terapia cognitivo comportamentale.
  • Il bambino non riesce a esercitare strategie di autocontrollo.
  • Il bambino tende a evitare emozioni e pensieri legati al comportamento problematico.
  • Il bambino non pensa di avere abbastanza risorse da affrontare le situazioni problematiche e non spera in un miglioramento.

Ho trovato il manuale La Schema Therapy con i bambini e gli adolescenti ricco di strumenti e casi clinici ma anche di un’esaustiva parte teorica esplicativa dei principi della Schema Therapy, pertanto utile a psicologi e psicoterapeuti che lavorano con l’infanzia ma ancora non formati nelle tecniche di J.Young.

 

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Alessia Incerti
Alessia Incerti

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Loose, C., Graaf, P., Zarbock, G. (2017). La schema Therapy con i bambini e gli adolescenti. ISC editore, 2017
  • Arntz, A., Jacob, G. (2013) Schema Therapy in azione – Teoria e Pratica Istituto di scienze cognitive Editore. Sassari
  • C. Loose, P. Graaf & C. Zarbock (2013) "Schematherapie mit Kindern und Jugendlichen”.
  • Young, J.E., Klosko, Marjorie E. Weishaar (2007). La Schema Therapy -la terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità-, Eclipsi. Firenze.
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