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Giallo, rosso, blu: lettura psicologica di un’opera di Kandinskij

Secondo Kandinskij, i colori comunicano con chi li osserva e possono generare effetti differenti anche per effetto della sinestesia. 

Di Ursula Valmori

Pubblicato il 17 Giu. 2016

Per Kandinskij i colori sono capaci di comunicare con noi uomini e possono suscitare in noi due diversi effetti: un effetto fisico, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro ed un effetto psichico prodotto dalla vibrazione dello spirito che il colore determina quando incontra l’anima.

 

La lettura psicologica dell’opera di Kandinskij

Giallo, rosso, blu” è il titolo di un’opera che Vasilij Vasil’evič Kandinskij (1866-1944) realizzò nel 1925, dove protagonisti assoluti sono i colori, in questo caso i tre colori primari.
Il colore era per Kandinskij come il tasto di un pianoforte. In gioventù l’artista russo si era dedicato allo studio del pianoforte e del violoncello e proprio lo studio della musica si rivelerà fondamentale per la sua evoluzione artistica come pittore.

Kandinskij era convinto che la pittura dovesse essere simile alla musica e che i colori dovessero sempre più assimilarsi ai suoni. Nel suo scritto “Lo spirituale dell’arte” (1910) l’artista, facendo un confronto tra le varie arti, affermava: [blockquote style=”1″]il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni. [/blockquote]

E poi faceva un accostamento dei colori con i suoni e faceva corrispondere il giallo, vulcanico e prorompente, al suono di una tromba; il rosso, caldo e vitale, al suono di una tuba; l’azzurro al suono di un flauto; il blu scuro, profondo ed intenso come il mare, al suono di un organo; il verde al violino; l’arancione ad una campana di suono medio. Il bianco, invece, che è dato dalla somma di tutti i colori dell’iride, veniva paragonato ad un non-suono simile alla pausa tra una battuta e l’altra di una sonata. Il nero, infine, è un non-colore e veniva paragonato alla pausa finale di un’esecuzione musicale.

 

Il significato dei colori per Kandinskij e la sinestesia

Per Kandinskij i colori sono capaci di comunicare con noi uomini e possono suscitare in noi due diversi effetti: un effetto fisico, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro ed un effetto psichico prodotto dalla vibrazione dello spirito che il colore determina quando incontra l’anima.
Kandinskij sperava che i suoi dipinti, oltre ad essere visti, potessero anche essere ascoltati ed aspirava ad una pittura che fosse anche una “composizione musicale”.

Nell’artista russo era dunque forte la combinazione tra suoni ed immagini, come in Mozart, che, insieme al loro suono, vedeva il colore delle note: si tratta di un fenomeno conosciuto con il nome di sinestesia (dal greco syn=con e aisthanomai=percepisco, comprendo), ovvero percepire insieme più sensazioni. E’ un fenomeno percettivo e non cognitivo: potenzialmente siamo tutti sinestetici, in quanto il nostro cervello possiede dei meccanismi che permettono una fusione tra i sensi. La sinestesia è stata spesso associata a spiccate abilità creative ed infatti è stata riscontrata frequentemente in artisti e poeti. Le persone sinestetiche sono quelle che possono annusare i colori, vedere la musica o ascoltare un dipinto, sono coloro che attivano in maniera incrociata aree del cervello adiacenti che elaborano diverse informazioni sensoriali. Solitamente la sinestesia ha origine nell’infanzia ed è involontaria, cioè la percezione avviene automaticamente e non può essere soppressa, anche se diversi artisti tra cui, pare, Charles Baudelaire, hanno tentato di indurre la sinestesia attraverso l’assunzione di sostanze stupefacenti con l’intento di aumentare il proprio livello di coscienza.

Vasilij Kandinskij era conscio della propria sinestesia; scriveva infatti: [blockquote style=”1″]sentivo a volte il chiacchiericcio sommesso dei colori che si mescolavano: era un’esperienza misteriosa; sorpresa nella misteriosa cucina di un alchimista[/blockquote] ovvero riusciva a mescolare diverse sensazioni in maniera cosciente: per lui ogni colore era un suono e le pennellate sulla tela suonavano davvero.

L’artista russo, oggi universalmente riconosciuto come il padre dell’astrattismo, era stato, prima di tutto un espressionista. La svolta avvenne a metà degli anni Venti, quando fu pubblicato il suo testo teorico “Punto, linea, superficie” e quando dipinse “Giallo, rosso, blu”. Di quest’opera lo stesso Kandinskij scrisse: [blockquote style=”1″]giallo e blu in rapporto al rosso. Il Sole e la Luna si evitano e si ritrovano come avviene tra il giorno e la notte, l’aurora e il tramonto. Nascita misteriosa del rosso dalla tendenza simultanea all’allontanamento e all’ascensione del giallo e del blu.[/blockquote]

In quegli anni Kandinskij insegnava al Bauhaus di Weimer, dove sviluppò alcuni interessanti esperimenti: domandò per esempio ai suoi studenti di associare il triangolo, il quadrato ed il cerchio ai tre colori primari: quasi tutti associarono il cerchio al blu, il quadrato al rosso ed il triangolo al giallo. In accordo con questo risultato sperimentale, nell’opera “Giallo, rosso, blu” vediamo a destra un cerchio perfetto color blu, nella parte mediana della tela troviamo un rosso indistinto, mentre nella parte sinistra domina il giallo. E’ una composizione pittorica dove il colore assume anche una forma, dove il colore viene associato alla sua forma privilegiata: il blu con il cerchio, il rosso con il quadrato e il giallo con il triangolo e quando un colore viene associato alla sua forma privilegiata, l’effetto psichico che ne deriva è straordinario. Kandinskij, “il Grande Principe dello Spirito” – come lo definì Joan Mirò (1893 – 1983) – era interessato proprio a questo: il colore libero dal disegno, associato alla sua forma privilegiata, come mezzo potentissimo per l’espressione dello spirito.

 

Kandinsky - Giallo Rosso Blu

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Kandinskij. V.V. Tutti gli scritti. Feltrinelli Editore. Milano 1989.
  • Pontiggia E. (2005), a cura di. Kandinskij V.V. (1910). Lo spirituale dell’arte. Editrice SE. Milano.
  • Grossenbacher P. Lovelace C. T. (2001). Mechanisms of synesthesia: cognitive and physiological constraints. Trends in Cognitive Sciences, 5, 1, 36-41.
  • Ladavas E. (2002). Functional and dynamic properties of visual peripersonal space.  Trends in Cognitive Sciences, 6, 1, 17-22.
  • Souriau E. (1988). La corrispondenza delle arti. Elementi di estetica comparata. Alinea Editrice. Firenze.
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