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Psicologia e Tecnologia: nuova App per Smartphones contro la Depressione

Un App per smartphone in grado di avvisarti che sei depresso: terapisti virtuali e nuove tecnologie per trattare la depressione.

Di Michela Muggeo

Pubblicato il 14 Mar. 2012

Aggiornato il 02 Ago. 2012 11:15

Un App per avvisarti che sei depresso: terapisti virtuali e nuove tecnologie per trattare la depressione.

Passi il weekend da solo nel tuo appartamento? Un’applicazione sul tuo nuovo smartphone sarà in grado di intuire quando sei depresso e consigliarti di chiamare gli amici o di uscire.

Psicologia e Tecnologia: nuova App per Smartphones contro la Depressione. - Immagine: © 2012 Costanza Prinetti I ricercatori della Northwestern University Feinberg Medical School stanno sviluppando nuove applicazioni elettroniche per il trattamento della depressione. Seguendo i progetti degli psicologi della prestigiosa università, infatti, il futuro della terapia della depressione, così come di altri disturbi del’umore, sarà presto virtuale: il telefono, così come altri supporti tecnologici, supereranno le tradizionali sessioni settimanali faccia a faccia per favorire un metodo che garantirà un supporto immediato e raggiungerà una fetta di popolazione decisamente più ampia.

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“Stiamo inventando metodi nuovi con cui la tecnologia può essere d’aiuto alle persone con disturbi mentali”, dice lo psicologo David Mohr, direttore del nuovo Center for Behavioral Intervention Technologies e professore alla Feinberg University. Secondo gli studiosi, tali tecniche avranno un impatto enorme sul trattamento e sulla prevenzione di disturbi come la depressione, proprio per il fatto di raggiungere un gran numero di persone, sia quelle che hanno difficoltà a spostarsi e raggiungere centri specialistici, sia chi invece è meno propenso a una psicoterapia tradizionale, senza aggiungere il fatto che si tratta di servizi che possono essere offerti a un costo decisamente inferiore ai classici colloqui faccia a faccia.

Ma vediamo concretamente di che cosa si tratta:

Un primo progetto riguarda un’applicazione facilmente installabile sul telefonino in grado di individuare sintomi depressivi attraverso il monitoraggio dei sensori nel telefono e dei dati dell’utente – come i luoghi frequentati, il livello di mobilità o sedentarietà, il contesto sociale, le interazioni via mail e social media e il tono dell’umore.

Fai telefonate e ricevi e-mail quotidianamente? Se il telefono – che ha memorizzato le tue abitudini – percepisce che sei rimasto isolato troppo a lungo, ti suggerirà di uscire o vedere amici. “Incoraggiando le persone a intraprendere comportamenti piacevoli e con benefici, crediamo che questa nuova applicazione migliorerà l’umore” dice il dr. Mohr. “Creiamo così un circolo di feedback positivi. Chi è incoraggiato a vedere amici sarà poi contento e vorrà ripetere l’esperienza. Ruminare da soli a casa provoca l’effetto opposto e causa una spirale discendente”. Uno dei vantaggi maggiori di tale strumento è la possibilità di offrire un nuovo livello di supporto alle persone che soffrono di depressione e intervenire per modificare i comportamenti in tempo reale.

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Accanto a questa invenzione, i ricercatori hanno anche progettato una sorta di porta pillole in grado di indicare se si è dimenticato di prendere la terapia farmacologica quotidiana. Tale boccettina cerca di risolvere il problema di tutte quelle persone che smettono di prendere gli antidepressivi, soprattutto per chi è seguito solamente dal medico di base e non ha controlli regolari con uno specialista. Questo metodo è già stato testato anche per gli usi al di fuori dei disturbi dell’umore, come ad esempio per verificare l’aderenza farmacologica di pazienti schizofrenici o con HIV.

Ma la tecnologia non si ferma qui: un assistente virtuale sarà anche in grado di incrementare capacità sociali e di assertività ad adolescenti e bambini, grazie a simulazioni in role playing. In questo modo, dicono i ricercatori, i giovani vengono ingaggiati più facilmente attraverso una modalità che appare quasi un gioco e disporrà di diversi tipi di situazioni sociali spesso imbarazzanti e difficili da approcciare con i ragazzi.

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Il mondo della terapia online non è nuovo ma non si può ignorare che ultimamente siti web che offrono consulenze online o sorta di trattamenti rapidi e a basso costo vengono offerti con sempre maggiore frequenza e se ne parla sempre più. C’è chi si proclama inesorabilmente contro tutte le forme che tolgono la relazione dal percorso terapeutico, chi le accetta un po’ di più ma non le condivide fino in fondo e chi invece pensa che questo sia il futuro (o il destino) della psicoterapia. Che ci si ritrovi in una corrente piuttosto che in un’altra poco importa, di sicuro questo è un fenomeno che non si può ignorare e, da giovane psicoterapeuta in formazione, credo che l’aiuto virtuale abbia enormi potenzialità da poter sfruttare a vantaggio della terapia e dei terapeuti, senza andare a togliere o a sostituirsi a quello che è il lavoro sulle relazioni.

E voi, che ne pensate?

 

 

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