Il secondo articolo della serie dedicata allo studio dei comportamenti aggressivi dei bambini in relazione allo stile genitoriale applicato.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Child Development dimostra proprio questo: 260 diadi madre-bambino sono state osservate dalla nascita del bambino fino alla prima elementare. Dal primo mese di vita fino ai tre anni, le misure di valutazione includevano l’osservazione diretta della diade da parte di uno psicologo accompagnate ai resoconti della madre; successivamente, i ricercatori hanno osservato e codificato i comportamenti delle madri in situazioni create ad hoc, come ad esempio il dare un compito che mettesse in difficoltà il bambino e che richiedesse l’aiuto della madre; durante il primo anno di scuola, infine, i comportamenti dei bambini venivano rilevati in classe dalle insegnanti e a casa dai genitori.

I risultati dello studio parlano chiaro: ciò che conta nell’insorgenza di problematiche comportamentali aggressive, più del temperamento del bambino o dell’ambiente esterno, è lo stile genitoriale negativo. Nello specifico, quando il genitore esprime emozioni negative dirette al proprio figlio e quando vi siano presenti conflitti tra la mamma e il bambino, si creerebbe un circolo vizioso in cui la negatività della madre suscita alti livelli di rabbia, nervosismo e ostilità nel piccolo, il quale a sua volta, così facendo, stimola più ostilità nella madre stessa. I bambini, con il passare del tempo, diventerebbero incapaci di regolare le proprie emozioni negative quando queste si manifestano nel gruppo dei pari, portando quindi all’insorgenza del comportamento aggressivo.
Connesso a questa problematica è lo stile genitoriale autoritario, caratterizzato da bassa responsività ai bisogni del bambino, poco calore nella relazione parentale ed elevato controllo coercitivo, espresso attraverso punizioni anche fisiche, ostilità verbale e mancanza di spiegazioni date ai figli relativamente ai comportamenti sbagliati che hanno portato alla punizione.
Tale modalità nel relazionarsi favorirebbe l’insorgenza di comportamenti oppositivi e aggressivi per svariati motivi: prima di tutto per un basico meccanismo di apprendimento, in cui il bambino utilizza la disciplina imparata dal genitore anche con il gruppo dei pari. In secondo luogo, vi è il motivo menzionato sopra, ovvero un’emotività negativa e ostile nei confronti del figlio che non fa altro che suscitare nel bambino stesso emozioni altrettanto negative, e quindi lo renderebbe meno capace di focalizzarsi su altri modi di risolvere i problemi e di programmare attività diverse. E quando queste capacità sono sotto-stimolate, diventano presto anche sotto-sviluppate.
Questi dati devono farci riflettere a livello clinico, sia per orientare l’intervento il più precocemente possibile, addirittura nei primi mesi di vita del bambino, sia per sottolineare ancora una volta come il lavoro vada pensato prima di tutto rivolto ai genitori e alla famiglia.
La prossima settimana vedremo come si può lavorare su problematiche comportamentali di questo tipo, sia a livello genitoriale sia scolastico.
BIBLIOGRAFIA:
- Chan, S.M., (2010), Aggressive behaviour in early elementary school children: relation to authoritarian parenting, children’s negative emotionality and coping strategies, Early child development and care.
- Lagace-Seguin, D.G. & d’Entremont, M.L., (2006). The role of child negative affect in the relations between parenting styles and play. Early child development and care, 176, 461-47.
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