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Che figura! Ansia sociale e violazione involontaria delle norme sociali

Tra le principali preoccupazioni dei pazienti con ansia sociale c'è la paura di attuare senza volerlo comportamenti imbarazzanti in una situazione sociale

Di Francesca Naldi, Helga Cristina Avellis, Gloria Vecchi

Pubblicato il 18 Feb. 2022

Lo studio di Bas-Hoogendam et al. (2018) ha indagato la relazione tra le valutazioni delle violazioni delle norme sociali e i livelli di ansia sociale nella popolazione generale.

 

La maggior parte delle persone sperimenta la paura di ‘saltare all’occhio’.

  Ci si può sentire così quando si cena da soli in un ristorante, quando accidentalmente si fa scattare un allarme di sicurezza, o come l’unico invitato a una festa che non ha notato che l’invito specificava un abbigliamento formale, non sandali e camicia hawaiana. Gran parte dell’intensità dietro la reazione di una persona a queste situazioni deriva dalla convinzione che gli altri noteranno e si occuperanno del suo status di ‘eccezione’ rispetto a una norma. Ma quanto sono realistiche queste preoccupazioni? In ricerche precedenti è stato dimostrato che tendono ad essere esagerate, che le persone spesso sovrastimano la misura in cui gli altri notano il loro aspetto e comportamento, sia nei momenti di gloria sia, soprattutto, nei momenti di difficoltà (Savitsky et al., 2001).

Il disturbo d’ansia sociale

L’esperienza di quest’ansia sociale varia da persona a persona, andando dal disagio in specifiche situazioni sociali per alcuni individui a una paura intensa in quasi tutte le situazioni sociali per altri. All’estremità del continuum si trova il disturbo d’ansia sociale: in questo caso, la preoccupazione di essere oggetto di critiche negative va oltre la preoccupazione di essere semplicemente notati. C’è la paura che, una volta individuati, si venga giudicati duramente – non solo come qualcuno che non ha guardato attentamente l’invito a una festa, per esempio, ma come qualcuno che è inadeguato, imbranato o fuori luogo. Questa paura degli stimoli socio-valutativi, che è sproporzionata alla minaccia reale e al contesto socioculturale, porta all’evitamento delle situazioni sociali e provoca compromissioni nella vita quotidiana dell’individuo (Stein, 2008). È stato sostenuto che i pazienti con disturbo d’ansia sociale sono principalmente preoccupati per le caratteristiche di sé che percepiscono come carenti o contrarie alle aspettative o norme sociali percepite (Moscovitch, 2009). Secondo questo punto di vista, una delle principali preoccupazioni è la paura di commettere involontariamente un errore comportamentale imbarazzante in una situazione sociale, il che permette di ipotizzare che l’ansia sociale sia specificamente legata all’esperienza di un maggiore imbarazzo in reazione a violazioni involontarie delle norme sociali.

L’ansia sociale e le norme sociali

A tal proposito, lo studio di Bas-Hoogendam et al. (2018) ha indagato la relazione tra le valutazioni delle violazioni delle norme sociali e i livelli di ansia sociale nella popolazione generale.

In questo studio sono stati coinvolti 87 adulti e adolescenti olandesi, senza psicopatologie pregresse.

I partecipanti sono stati sottoposti al Social Norm Processing Task (SNPT-R), un compito composto da due fasi (Bas-Hoogendam et al., 2017).

Nella prima fase ai partecipanti sono state proposte 78 storie brevi suddivise in tre tipologie: storie di situazioni in cui nessuna norma sociale veniva violata (Condizione neutra. Es:  Stai cuocendo una torta di mele con i tuoi amici ed usi la quantità di zucchero scritta nella ricetta), storie con norme sociali violate involontariamente (Condizione involontaria. Es. Stai cuocendo una torta di mele con i tuoi amici e accidentalmente usi il sale al posto dello zucchero) e storie che delineano violazioni intenzionali delle norme sociali (Condizione intenzionale. Es: Stai cuocendo una torta di mele con i tuoi amici. Utilizzi il sale invece dello zucchero per dispetto).

Le storie sono state scritte in seconda persona ed i partecipanti sono stati istruiti ad immaginarsi nelle situazioni, al fine di massimizzare il loro coinvolgimento personale (Finger et al., 2006). Sono state inoltre impiegate quattro tipologie di compito calibrate rispetto al genere e all’età. Nella seconda fase ai partecipanti è stato chiesto di valutare tutte le storie su una scala likert a 5 punti, rispetto a criteri legati all’imbarazzo e all’inappropriatezza. In base all’età, sono stati inoltre utilizzati due questionari per valutare i livelli di ansia sociale: la Liebowitz Social Anxiety Scale (LSAS) (Heimberg et al., 1999) e la Social Anxiety Scale for Adolescents (SAS- A) (La Greca & Lopez,1998).

L’LSAS è un questionario per adulti che misura la paura e l’evitamento da situazioni che possono suscitare ansia sociale (Heimberg et al., 1999), mentre il SAS-A (La Greca & Lopez,1998) misura l’ansia sociale negli adolescenti.

La percezione della violazione di norme sociali nell’ansia sociale

Da ricerche precedenti è emerso che pazienti con disturbo d’ansia sociale valutano tutte le storie del Social Norm Processing Task (SNPT-R) come significativamente più inappropriate e più imbarazzanti rispetto ai partecipanti sani. Questo risultato è supportato dall’ipotesi secondo cui tra le principali preoccupazioni dei pazienti con un disturbo d’ansia sociale si trova la paura di attuare involontariamente un comportamento imbarazzante in una situazione sociale. Anche nel presente studio è emerso che i partecipanti con livelli di ansia sociale più elevati valutano le storie come più inappropriate e più imbarazzanti. Inoltre, i partecipanti con livelli di ansia sociale più bassi prendono in considerazione l’intenzione alla base della trasgressione e segnalano meno imbarazzo quando l’azione non è stata intenzionale, al contrario dei partecipanti con livelli di ansia sociale più elevata i quali non compiono questa distinzione. Questi risultati suggeriscono la presenza di una dissomiglianza nella valutazione cognitiva e affettiva delle violazioni delle norme sociali: a livello cognitivo, nella valutazione dell’inappropriatezza del comportamento esperito, gli individui con alti livelli di ansia sociale non sono poi così diversi da quelli con bassi livelli di ansia sociale; tuttavia, a livello affettivo nella valutazione dell’imbarazzo non riescono a distinguere tra violazioni delle norme sociali intenzionali e non intenzionali. Questa maggiore esperienza di imbarazzo potrebbe contribuire allo sviluppo e al mantenimento del disturbo d’ansia sociale, poiché l’imbarazzo è un’emozione prosociale che promuove l’evitamento di comportamenti considerati sbagliati. Le autovalutazioni negative possono portare a sopravvalutare la misura in cui commettere un errore sia importante per gli altri, a preoccupazioni fuori luogo e inutili in merito al giudizio degli altri, e a comportamenti timidi e passivi che caratterizzano le persone socialmente ansiose. La letteratura riporta, inoltre, una correlazione tra ansia sociale e alti livelli di perfezionismo e autocritica. I dati emersi dallo studio contribuiscono a comprendere la sintomatologia legata al disturbo d’ansia sociale e potrebbero aiutare a migliorare gli interventi preventivi e terapeutici per questo disturbo. Ad esempio, la terapia cognitivo-comportamentale potrebbe mettere in discussione la preoccupazione dei pazienti in merito alla convinzione che le caratteristiche di sé siano carenti e non soddisfino le norme sociali.

 

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