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Therapeutic Space: from the face-to-face setting to the virtual room – ECDP 2021 / Poster Session

L’emergenza COVID-19 ha indotto psicologi e psicoterapeuti a sperimentare nuove forme di supporto e terapia a distanza. Analisi dei vissuti dell'esperienza

Di Guest

Pubblicato il 22 Feb. 2021

Aggiornato il 25 Ott. 2021 13:48

POSTER PRESENTATO IN OCCASIONE DELLA EUROPEAN CONFERENCE ON DIGITAL PSYCHOLOGY 2021

Modafferi Cinzia1, De Pietri Simona2, Fiaschi Mara Donatella3, Zunino Anna4

1 V.I.E. srl Valorizzazione Innovazione Empowerment spin-off Università degli Studi di Genova
2 Psicoterapia e Scienze Cognitive, Studi Cognitivi, Genova
3 Ordine degli Psicologi della Liguria
4 Universita degli Studi di Genova

POSTER DOWNLOAD (PDF)

L’emergenza COVID-19 e il concomitante lockdown hanno indotto psicologi e psicoterapeuti a sperimentare nuove forme di supporto e terapia a distanza.

L’Ordine degli Psicologi della Liguria, in collaborazione con lo spin-off universitario V.I.E. – Valorizzazione Innovazione Empowerment srl, ha indagato come clinici e pazienti abbiano vissuto quest’esperienza.

Sono stati sviluppati due diversi questionari, uno per i clinici e uno per i pazienti maggiorenni, per indagare il loro vissuto rispetto all’esperienza della terapia a distanza. Attraverso la piattaforma Limesurvey sono stati ottenuti due diversi link per la compilazione online dei questionari. Il link al questionario per i clinici è stato diffuso ai professionisti iscritti all’Ordine degli Psicologi della Liguria, chiedendo loro di compilare il questionario e fornendo le istruzioni per poter abbinare le risposte del clinico a quelle dei propri pazienti. Il questionario è stato online e a disposizione nei mesi di maggio e giugno del 2020.

Dall’analisi dei risultati emerge come i clinici che hanno utilizzato la modalità a distanza si siano sentiti per la maggior parte a proprio agio ed efficaci, e di essere riusciti a proseguire il trattamento con i propri pazienti senza trasformare l’intervento in un sostegno psicologico per la pandemia in atto.

Agio, competenze informatiche e percezione di efficacia sono correlate tra loro.

L’approccio teorico di riferimento non sembra aver avuto un impatto significativo sulle variabili, facendo supporre la possibilità che nella terapia online potrebbero manifestarsi quei fattori aspecifici dell’intervento terapeutico che non sono legati all’approccio teorico di appartenenza.

I terapeuti hanno evidenziato alcuni limiti legati a problemi pratici (ad esempio, l’avere connessioni internet scadenti), a difficoltà nel ritagliarsi luoghi dove fosse garantita la privacy e a problematiche legate alla tipologia di pazienti (ad esempio, pazienti gravi). Allo stesso tempo, però, hanno riferito come i propri pazienti, inaspettatamente, siano stati molto capaci di adattarsi alla nuova situazione, e, sia per loro sia per i pazienti, la terapia online è stata perccepita come una risorsa, adattabile ad altre situazioni (ad esempio, in caso di allerta meteo, infortuni, trasferimenti) e ad altri interventi.

Si delinea, tuttavia, un quadro molto eterogeneo su diversi aspetti: alcuni clinici riferiscono che nella modalità online hanno esperito una maggiore vicinanza, altri invece riferiscono distanza; alcuni riferiscono l’impossibilità a lavorare con determinate tpologie di utenti come i bambini, altri, invece, ne riferiscono la possibilità; alcuni evidenziano la difficoltà nella sintonizzazione e nell’empatia, altri, invece, riferiscono maggiore sintonizzazione ed empatia.

Dal punto di vista dei pazienti che hanno partecipato, la maggior parte si è sentita a proprio agio, accolta e ha sentito che il proprio percorso è continuato in modo efficace. La sensazione di accoglienza e di agio sono risultate correlate positivamente alla sensazione di aver proseguito in modo efficace il percorso. I pazienti hanno apprezzato la possibilità di poter continuare gli incontri nonostante la distanza fisica e in un ambiente protetto che non li ha esposti al pericolo del contagio. I limiti evidenziati sono relativi alla mancanza nella propria casa di un luogo dove poter trovare la giusta privacy (diversi pazienti hanno indicato luoghi alternativi, ad esempio la propria auto, le terrazze, i garage) e la mancanza di alcune peculiarità del setting vis à vis (come la presenza fisica o lo studio stesso come ambiente).

Solo una parte dei clinici iscritti all’Ordine della Liguria ha risposto all’indagine, pertanto le considerazioni presentate fanno riferimento a un numero relativamente esiguo di terapeuti e pazienti.
I clinici che hanno risposto al questionario sollevano due aspetti molto interessanti per la professione: la possibilità di utilizzare questo strumenti in altre circostanze e la necessità di avere una maggiore formazione e univocità nelle modalità (ad esempio, la possibilità di una piattaforma istituzionale).

L’indagine ha inoltre permesso di dare voce ai pazienti e ricevere da parte loro un feedback relativamente a una modalità terapeutica che, seppur condivisa tra diversi clinici, manca ancora di un corpo di indicazioni pratiche al quale fare riferimento. Sarebbe auspicabile, quindi, avere una visione più allargata in merito all’utilizzo della modalità a distanza da parte dei professionisti coinvolti e poter condividere quelle che sono state le esperienze e le “buone pratiche” che sono state messe in atto.

Introduction

During the lockdown psychotherapists had the chance to use E-therapy with their patients. The current pilot study aimed to investigate how clinicians and patients dealt with it. We surveyed the expectations of both clinicians and patients relative to different aspects of the process and setting features.

Method. We developed on-line therapist-and patient-report questionnaires that were completed by 145 psychologists and 70 adult patients, respectively, in Liguria (Northwestern Italy).

Results. Psychotherapists reported a perceived satisfying level of comfort (73.1%) and self-efficacy (81.1%), and that psychotherapy did not turn into psychological support (81%). Interestingly, the theoretical approach did not have a significant impact on these variables. Limits seemed to be more related to practical issues (e.g., a slow internet connection), the difficulty to find the required privacy, and the type of patient population (e.g., children, psychotic patients). Also, clinicians generally reported a good ability of their patients to adapt to the altered situation, which they did not expect, and both groups perceived E-therapy as a resource, suitable for other situations (e.g., temporary hindrances) and interventions, too. On the patients’ side, they reported to be comfortable (81.4%) and felt contained (97.2%). Most of them appreciated the possibility to continue despite the physical distance. Limits were mainly related to a lack of privacy in their homes and the peculiarity of the face-to-face setting.

Conclusion. Beyond the current situation, further research is recommended in order to understand when a face-to-face therapy can be integrated with E-therapy, which seems to be a flexible resource both for therapists and patients.

Novelty of research. This is the first investigation of the perceived effects on therapists and patients of the shift forced by the pandemic from the face-toface setting to the E-therapy in an Italian context.

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