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Hard skills e soft skills nel CV: significato, differenze e come inserirle nel curriculum

Consigli utili per l'inserimento delle soft skills e delle hard skills all'interno del proprio Curriculum Vitae.

Di Redazione

Pubblicato il 19 Dic. 2019

Quando si crea un curriculum, il primo aspetto su cui si focalizza l’attenzione sono ovviamente le competenze che il candidato andrà ad esporre nel documento. Le competenze infatti rappresentano il cardine di un CV, dato che i datori di lavoro andranno alla ricerca della coincidenza tra competenze ricercate e richieste.

Negli ultimi anni si è sentito parlare sempre di più di soft skills, ma è lecito pensare anche al termine opposto, ovverosia hard skills. Ebbene, non si tratta di un’espressione di fantasia, ma viene utilizzata per davvero nei curriculum. Vediamo la differenza tra le due tipologie, e come inserirle all’interno del proprio CV.

Soft skills: le competenze “non tangibili”

Le soft skills, come suggerisce il titolo del paragrafo, sono le competenze non tangibili. E’ un’espressione un po’ infelice, a dir la verità: si tratta comunque di competenze che hanno un riscontro più che importante nel lavoro, ma non trovano un riconoscimento concreto.

Ciò che è rilevante in una soft skill è l’intelligenza emozionale, dunque tutto l’ampio ventaglio di abilità strettamente collegate al pathos di una persona: capacità di lavorare in gruppo, senso di empatia e integrità morale, capacità di ascolto, spirito di motivazione, resistenza a situazioni di conflitti lavorativi, sensibilità comunicativa verso un interlocutore, creatività e quant’altro. Come è facile capire, queste abilità non sono riconosciute da qualche attestato, ma provengono dal profondo del candidato e aiutano il datore di lavoro a comprendere meglio il suo atteggiamento.

Hard skills: gli “attrezzi del mestiere”

Naturalmente le hard skills rappresentano il rovescio della medaglia: si tratta di tutte quelle competenze “concrete”, che possono avere un riscontro reale e che possono quindi essere misurate e quantificate entro certi limiti.

Tra le hard skills, citiamo ad esempio il livello di conoscenza di una lingua. Le hard skills sono competenze valutabili nell’immediato: a differenza delle soft skills, valutabili soltanto sul lungo periodo (in quanto l’attitudine dipende anche dal contesto), le hard skills danno immediatamente un’immagine chiara del bagaglio lavorativo e culturale del candidato.

Oltre alle lingue, altre “hard skill” sono sicuramente quelle relative all’utilizzo di un determinato software, macchinario o tecnologia specifica atta allo svolgimento di una mansione, manuale o non manuale. Inoltre, se ha partecipato a cicli formativi di settore, in cui hai appreso conoscenze tecniche; allora è proprio il caso di farne menzione.

Hard skills e soft skills: alcuni consigli per la scrittura

Sia le hard skills, sia le soft skills richiedono alcuni particolari dettagli da seguire per la scrittura, tra i quali:

1.     L’ortografia. Un’ortografia curata e priva di errori non è solo apprezzabile a livello visivo, ma sottolinea anche un’attitudine precisa e minuziosa del candidato.

2.     Il lessico. Anche la scelta di un lessico appropriato denota caratteristiche importanti del candidato, riconducibili tanto alle soft skills quanto alle hard skills. In riferimento alle prime, il lessico è importante perché indica sicurezza in sé (con l’utilizzo di termini tecnici approfonditi); in riferimento alle seconde, perché danno dimostrazione di conoscere davvero il lavoro che si è svolto, e di essere quindi pronti culturalmente e lavorativamente alla prossima posizione.

3.     Il layout: Utilizza una struttura testuale che permetta al lettore di individuare facilmente le core skills, ovvero le abilità più importanti per il la posizione per la quale ti stai candidando. L’uso di elenchi puntanti, con morigeratezza, potrebbe essere d’aiuto.

4.     La chiarezza: Consiglio utile soprattutto per le hard skills che molto spesso hanno caratteristiche e terminologie molto tecniche. Fai in modo che le tue skills vengano enunciate in maniera corretta senza cadere troppo in tecnicismi che potrebbero distorcere l’efficacia della tua spiegazione agli occhi di un recruiter che non sempre è chiamato a conoscere tutti gli aspetti tecnici di una mansione, soprattutto se si sta occupando della prima fase di recruiting.

5.     La sintesi. Il miglior modo per presentare sia le hard skills, sia le soft skills è la sintesi. In media un datore di lavoro non dedicherà più di un minuto alla lettura, dunque è bene esporre in primo piano e sinteticamente le proprie competenze.

LinkedIn: un importante strumento di rilevazione delle tue skills

Un ultimo aspetto su cui bisogna prestare particolare attenzione è la cura dei propri social network, sia nel caso in cui vogliate inserirli nel CV, sia nel caso contrario.

Nel primo caso infatti i datori di lavoro dedicheranno senz’altro qualche minuto alla consulta dei profili sui vostri social: da qui, infatti, emergono importanti dettagli sulla vostra personalità e sulla vostra potenziale condotta in azienda. Avere social curati, privi di commenti inopportuni o di contenuti sgradevoli aiuta a crearsi un’immagine positiva (meglio ancora se il candidato, tramite i propri profili, dimostrerà interesse verso il settore lavorativo di appartenenza).

In quest’ottica, LinkedIn può essere la chiave di volta. Tramite questa piattaforma dedicata ai profili lavorativi, infatti, ciascun utetente, può aggiungere delle skills che lo rappresentano e fare in modo che gli utenti che fanno parte della sua audience, possano confermarle.

La conferma delle skills da parte di terzi soggetti, affermerebbe la validità delle tue abilità grazie al parere di persone con cui hai lavorato o collaborato.

I recruiter potrebbero tenere in conto quest’aspetto.

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