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È durante il riposo che il nostro cervello elabora le informazioni sociali

Secondo un recente studio la corteccia prefrontale mediale e la giunzione tempoparietale sono implicate nei processi di inferenza sociale, di valutazione della personalità, degli stati mentali e delle intenzioni altrui. È inoltre emerso che la loro connettività influenza le prestazioni di memoria sociale.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 18 Giu. 2018

Il nostro cervello è ossessionato dall’essere social. Un nuovo studio della Columbia e California University dimostra la maggiore connessione sperimentata da due regioni del cervello durante il riposo, in seguito alla codifica di nuove informazioni legate alla socialità.

 

Nel presente studio viene analizzato il ruolo di due regioni cerebrali, la corteccia prefrontale mediale e la giunzione tempoparietale, aree deputate all’inferenza sociale, alla capacità di valutare le personalità, gli stati mentali e le intenzioni altrui.

I ricercatori, guidati da Meghan L. Meyer, direttore del Dartmouth Social Neuroscience Lab, basandosi su ricerche precedenti, sono partiti dal presupposto che queste due aree mostrano un picco spontaneo nella connettività durante il riposo, ma ancora nessun studio ha dimostrato empiricamente come tale connettività funzioni in caso di socialità.

Lo studio sperimentale

Lo studio è stato condotto su 19 partecipanti, i quali sono stati invitati a completare delle attività di codifica sociale e di codifica non sociale, durante una sessione di scansione del cervello fMRI.

Il disegno sperimentale prevedeva la scansione di uno stato di riposo al basale, separando le scansioni dello stato di riposo dalle scansioni di codifica sociale e codifica non sociale. Durante il riposo (di 8,4 minuti) i soggetti ricevevano l’indicazione di poter pensare a qualsiasi cosa purché rimanessero svegli. Il compito di codifica sociale prevedeva l’osservazione della fotografia di una persona, “un professionista”. In seguito all’osservazione, i partecipanti avevano il compito di valutare l’impressione della persona valutandone il calore e la competenza su una scala da 1 a 100 sullo schermo di un computer. Il compito di codifica non sociale era basato sull’osservazione di un luogo abbinato a due tratti utilizzati per descriverlo: calore (in termini di temperatura) e piacevolezza, utilizzando sempre una scala da 1 a 100. Nessuna fotografia di persona è stata mostrata in questa fase.

Le prove codificate dai partecipanti erano 120, 60 sociali e 60 non sociali. Le fotografie usate per queste 120 prove sono state recuperate da un database online.

In seguito alla scansione fMRI, i partecipanti hanno completato una prova di memoria associativa a sorpresa, con lo scopo di valutare se potevano identificare con precisione determinate foto di persone e luoghi e il loro rispettivo insieme di tratti, presentati in precedenza durante le 120 prove.

I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo gruppo di partecipanti svolgeva prima i compiti sociali ed in seguito i compiti non sociali, mentre il secondo gruppo di partecipanti svolgeva prima i compiti non sociali e poi quelli sociali.

I risultati

Dai risultati è emerso che durante il periodo di riposo in seguito alla codifica seriale, si è verificato un aumento della connettività tra la corteccia prefrontale mediale e le regioni della giunzione tempo-parietale. È inoltre emerso che maggiore è la connettività tra queste due regioni predefinite, maggiore è il livello delle prestazioni della memoria sociale.

Ciò che i ricercatori hanno avuto modo di osservare è un effetto per cui i partecipanti del primo gruppo hanno mantenuto livelli più elevati di connettività tra le due aree cerebrali durante il periodo riposo post-compito sociale e anche durante il periodo di riposo post-compito non sociale. Questo elemento non è emerso nel secondo gruppo, ovvero tra coloro che svolgevano prima i compiti non sociali.

Tale studio dimostra come il cervello consolida le informazioni sociali non appena ha l’opportunità di riposare. Meyer ha infatti aggiunto “quando la nostra mente ha una pausa, possiamo dare priorità a ciò che apprendiamo sul nostro ambiente sociale”.

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