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Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica (2016) – Recensione del libro

'Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica' permette ai terapeuti di conoscere strumenti per il cambiamento del paziente e della famiglia

Di Sara Della Morte

Pubblicato il 23 Mar. 2017

Il testo Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica raccoglie un pensiero sistemico complesso e integrato sintetizzando procedure utili nelle prime fasi di una presa in carico, attivando un confronto costruttivo anche con altre scuole di psicoterpia, sistemiche e non.

 

Esiste un percorso guidato per avviare terapie familiari o individuali o di coppia?

La risposta è sì o per lo meno ci hanno provato Cirillo, Selvini e Sorrentino con il testo Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica, che raccoglie un pensiero sistemico complesso e integrato sintetizzando procedure utili nelle prime fasi di una presa in carico, attivando un confronto costruttivo anche con altre scuole di psicoterpia, sistemiche e non.

Il tema iniziale è quello dell’analisi della domanda e di come rispondervi nel modo migliore. Per farlo la ricerca sulle procedure è ritenuta molto importante nel cercare quindi modi di valutare, convocare, intervenire che siano i più efficaci possibili.

 

Entrare in terapia: quali solo le sette porte della terapia sistemica?

Gli autori suggeriscono quindi delle mappe, ad ognuna corrisponde un certo modo di procedere, sette porte che ci guidano partendo dall’analisi della domanda, il primo contatto e il primo colloquio. È compito del terapeuta scegliere le modalità più opportune per un primo colloquio.

Secondo gli autori del testo Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica ogni convocazione è un messaggio sulla visione del problema da parte del terapeuta. I più classici tipi di domanda sono: la domanda di un familiare per un altro familiare, non motivato a chiedere aiuto o non in grado di farlo autonomamente (se si tratta di un bambino fino alla preadolescenza, potrebbe essere indicato un incontro con i soli genitori); la domanda per una relazione definita dal richiedente difficile/problematica/conflittuale; l’assenza di domanda che induce ad un invio coatto (il caso classico è quello del giudice che interviene a tutela di minori maltrattati); la domanda individuale di una persona per se stessa. L’obiettivo della consultazione è quindi ottenere una collaborazione da parte di tutti, una ricostruzione condivisa della storia e delle difficoltà.

Quando questo processo è concluso ha inizio la terapia vera e propria: l’accompagnamento al processo di cambiamento. La seconda porta è la diagnosi sistemica: la connessione tra il funzionamento della famiglia e la sofferenza di un suo membro, in forza dell’interdipendenza tra i membri del sistema familiare (Selvini Palazzoli, Boscolo, Cecchn et al., 1980b). La diagnosi sistemica è basata sull’individuare la difficoltà/scomodità della posizione del paziente sia nel qui ed ora sia nella sua storia.

La terza porta illustrata nel testo Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica è quella della sintomatologia: in una prima fase si definisce il problema presentato dal paziente in un’ottica descrittiva, successivamente si illustra alla famiglia il tipo di sofferenza espressa dal sintomo o da più sintomi (Asse I del DSM-IV), facendo scoprire a ciascuno risorse, fatiche e responsabilità.

La quarta porta è quella dell’attaccamento: la teoria dell’attaccamento è utilizzata per dare una spiegazione del disagio di un paziente e permettere un percorso autocritico dei genitori. L’obiettivo della terapia familiare è quello di riattivare un legame di fiducia, appartenenza e attaccamento del paziente ai genitori e alla sua famiglia.

La quinta porta è la diagnosi di personalità: un funzionamento ripetitivo e rigido dell’individuo per lo più non funzionale, che si esprime in un impoverimento del funzionamento cognitivo, affettivo, interpersonale e del controllo degli impulsi, che deve essere integrato con le altre “mappe”.

La sesta porta presentata in Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica è quella della diagnosi trigenerazionale. A differenza della diagnosi sistemica che valuta il qui ed ora della famiglia, il modello diagnostico trigenerazionale si concentra sulla storia e sui processi di trasmissione di tratti e comportamenti attraverso le generazioni, radice della terapia familiare. Si parte dalla riflessione su quale bambino/figlio è stato il genitore e quindi quali modelli avrà interiorizzato.

La settima porta, infine, è quella della diagnosi basata sulle emozioni del terapeuta: il terapeuta entra in un’alleanza intensa, creativa, autentica con l’individuo, la coppia o la famiglia. Il terapeuta deve essere in grado di alternare momenti più fusionali e momenti di distacco necessario, con una corretta integrazione sugli aspetti metacognitivi. Le porte, così come vengono presentate, hanno un ordine legato al loro utilizzo nel processo terapeutico e servono insieme ad altri due strumenti essenziali: il lavoro d’équipe e la formazione personale.

 

Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica: quando la famiglia in terapia è una risorsa

Bisogna infine considerare che nella consultazione familiare per pazienti adolescenti e adulti non richiedenti la famiglia è una risorsa. I pazienti tipici sono psicotici, tossicodipendenti, soggetti con un grave disturbo di personalità, o con un disturbo del comportamento alimentare, giovani adulti non motivati alla cura, adolescenti ritirati in casa che non riconoscono il proprio malessere o ribelli, accusatori che non vanno più a scuola. Esistono però situazioni in cui le sedute familiari sono controindicate: è il caso in cui siano presenti violenze, maltrattamenti, abusi sessuali intrafamiliari che vengono negati o banalizzati. Sono controindicate inoltre in caso di un elevato livello di aggressività e ostilità tra i familiari.

Nella consultazione familiare per il bambino, che dipende in tutto dalla famiglia cui è affidato alla quale è rivolta la domanda di aiuto, genitori e bambino non vanno separati all’interno del contesto terapeutico. Quando il bambino è un membro sofferente del nucleo familiare, ma non è l’oggetto della richiesta terapeutica, è opportuno prevedere una seduta in cui tutti i membri del nucleo siano presenti per valutare il livello di disagio dei figli in particolare in caso di crisi coniugale per tranquillizzare i bambini dell’impegno degli adulti ad assumersi la responsabilità di una soluzione.

La consultazione per la famiglia propone un focus sulle relazioni, le risorse familiari vanno stimolate, successivamente si stipula un contratto al quale segue un programma terapeutico basato su una cooperazione generale o su quella di chi è disponibile.

In conclusione Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica permette ai terapeuti che non hanno una formazione sistemica di poter conoscere strumenti utili per andare incontro non solo ad un cambiamento del paziente ma anche della famiglia dove ce ne sia la possibilità. Introduce inoltre un dialogo tra modelli diversi di terapia così che si possa migliorare la comunicazione e l’integrazione tra esperienze cliniche.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Anna M. Sorrentino, Matteo Selvini e Stefano Cirillo (2016). Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica. Raffaello Cortina Editore.
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