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Gli ictus si possono prevenire? La risposta è affermativa

Uno studio ha esplorato i fattori di rischio dell' ictus in tutte le principali regioni del mondo per favorire la prevenzione degli stessi.

Di Silvia Ciresa

Pubblicato il 04 Ott. 2016

La presente ricerca si basa sui risultati di una parte dello studio INTERSTROKE che ha individuato dieci fattori di rischio modificabili per l’ictus in 6000 partecipanti provenienti da 22 diversi paesi.

Dieci sono i fattori di rischio che possono essere modificati e che sono responsabili di nove su dieci ictus in tutto il mondo, ma la classifica di questi fattori varia a livello regionale. La prevenzione degli ictus è una delle principali priorità per la salute pubblica, ma la presenza di diversità tra le regioni dovrebbe stimolare a sviluppare strategie ad hoc per ridurre il rischio di ictus.
L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità, in particolare nei paesi a basso e medio reddito. I due principali tipi di ictus sono l’ictus ischemico, che rappresenta l’85% degli ictus e l’ictus emorragico, che rappresenta il 15% degli ictus.

La ricerca

La presente ricerca si basa sui risultati di una parte dello studio INTERSTROKE che ha individuato dieci fattori di rischio modificabili per l’ictus in 6000 partecipanti provenienti da 22 diversi paesi. Sono stati successivamente aggiunti nello studio 20.000 persone provenienti da 32 paesi dell’Europa, Asia, America, Africa e Australia per cercare di individuare le principali cause dell’ictus nelle diverse popolazioni (giovani e anziani, uomini e donne).

Questo studio ha l’obiettivo di esplorare i fattori di rischio di ictus in tutte le principali regioni del mondo e all’interno delle diverse popolazioni.
Sono stati confermati i dieci fattori di rischio modificabili associati con il 90% dei casi di ictus in tutte le regioni, sia nei giovani che negli anziani, sia uomini che donne.

I risultati

Lo studio conferma anche che l’ipertensione arteriosa è il più importante fattore di rischio modificabile ed il fattore chiave per ridurre l’incidenza di ictus.
I ricercatori hanno determinato la percentuale di ictus che si potrebbero evitare intervenendo preventivamente sui fattori di rischio.

L’incidenza di ictus verrebbe praticamente dimezzata (48%) in assenza di ipertensione , ridotta di più di un terzo (36%) nelle persone fisicamente attive e diminuita di quasi un quinto (19%) nei soggetti con uno stile alimentare corretto. Inoltre, questa percentuale si ridurrebbe ulteriormente del 12% nei casi di astensione dal fumo. Le principali cause di ictus sono il 9% per disturbi cardiaci, il 4% per diabete, il 6% per consumo di alcool, il 6% per stress e il 27% per la presenza elevata di lipidi nel sangue.
Molti di questi fattori di rischio sono noti per essere associati tra loro (come l’obesità e il diabete) e quando sono presenti in concomitanza, il fattore di rischio saliva al 91% e tale fattore non si differenziava per età, genere e regione.

L’importanza della provenienza culturale

Tuttavia, l’importanza di alcuni fattori di rischio sembrava variare in base alla regione. Ad esempio, l’importanza dell’ipertensione variava dal 40% in Europa occidentale, Nord America e Australia al 60% nel Sud-Est asiatico. Il rischio di alcol era più basso in Europa occidentale, Nord America e Australia, ma più alto in Africa e Asia meridionale, mentre l’impatto potenziale dell’inattività fisica era più alto in Cina.
Un ritmo cardiaco irregolare era significativamente associato con l’ictus ischemico in tutte le regioni, ma aveva un maggiore impatto in Europa occidentale, Nord America e Australia rispetto alla Cina o all’Asia meridionale.
Tuttavia, quando tutti i 10 fattori di rischio venivano considerati insieme, la loro importanza era simile in tutte le regioni.

Conclusioni

Sarà fondamentale sviluppare interventi globali nella popolazione per ridurre l’incidenza di ictus ed impostare programmi su misura per singola regione: creare una migliore educazione alimentare e sanitaria, favorire l’astensione dal fumo e utilizzare farmaci efficaci per l’ipertensione e la dislipidemia.

In conclusione, l’ictus è una malattia altamente prevenibile grazie alla modificabilità dei fattori di rischio. Nel futuro sarà fondamentale sviluppare programmi di prevenzione per gli ictus ed impostare ulteriori ricerche sui fattori di rischio: i governi di tutti i paesi dovrebbero sviluppare e implementare un piano d’azione di emergenza per la prevenzione primaria degli ictus.

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