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Dipendenza da cocaina e ricadute: la rilevazione dell’elettricità corticale

Uno studio dimostra come i dipendenti da cocaina siano più vulnerabili alle ricadute tra due giorni e un mese di astinenza, e tra uno e sei mesi

Di Maurizio Rossetti

Pubblicato il 29 Set. 2016

Aggiornato il 26 Ago. 2019 11:47

Una nuova ricerca condotta alla Mount Sinai School of Medicine (MSSM) di New York City, indica che gli adulti dipendenti da cocaina possono essere più vulnerabili alle ricadute negli intervalli di tempo compresi tra due giorni e un mese di astinenza, e tra uno e sei mesi.

Questo è quanto risultato dalle rilevazioni condotte tramite elettroencefalogramma (EEG). I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista JAMA Psychiatry, mostrano come il periodo più intenso per la brama della sostanza, corrisponde paradossalmente con il periodo di rilascio dai trattamenti per la tossicodipendenza.

Per oltre cinque anni e mezzo, il team di ricerca ha raccolto i dati provenienti da registrazioni EEG di 76 adulti dipendenti da cocaina, in diverse fasi di astinenza (due giorni, una settimana, un mese, sei mesi e un anno). L’elettroencefalogramma è stato effettuato mentre i partecipanti stavano esaminando diversi tipi di immagini, comprese scene di individui che simulavano l’uso di cocaina (ricerca, preparazione, assunzione). In seguito a questa fase veniva richiesta la compilazione di un questionario self-report al fine di valutare il loro livello di desiderio durante la visione di tali immagini.

Discussione dei risultati

E’ stato il primo studio che ha utilizzato un EEG per quantificare il livello di attivazione cerebrale indotto dal desiderio per la sostanza in soggetti cocainomani. Studi precedenti erano stati condotti solo su popolazioni animali.

Il risultato più interessante dello studio, è stato rilevare la mancanza di correlazione tra le misure di attivazione registrate dall’EEG e le affermazioni self-report. Mentre queste ultime segnalavano una diminuzione della percezione del desiderio con l’aumentare della durata dell’astinenza, i dati dell’EEG hanno provato il contrario, ossia che l’attivazione fisiologica era più alta.

[blockquote style=”1″]I nostri risultati sono importanti perché identificano un periodo oggettivamente accertato di vulnerabilità alle ricadute[/blockquote] dice Muhammad Parvaz, autore principale dello studio. [blockquote style=”1″]Purtroppo, questo periodo di vulnerabilità, coincide con la finestra di scarico della maggior parte dei programmi di trattamento, aumentando forse la propensione dei pazienti alle ricadute.[/blockquote]

[blockquote style=”1″]I risultati di questo studio sono allarmanti, in quanto suggeriscono che molte persone alle prese con la tossicodipendenza, vengono rilasciate dai programmi di trattamento nel momento in cui hanno un maggiore bisogno di supporto[/blockquote] ha detto Rita Goldstein, professore di psichiatria e neuroscienze presso la MSSM.[blockquote style=”1″] I nostri risultati potrebbero, nel prossimo futuro, guidare per mettere a punto nuove strategie di trattamento alternative, più individualizzate e funzionali, riguardo alle tempistiche di azione e conclusione del trattamento.[/blockquote]

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