Grandi trasformazioni come la globalizzazione dei mercati, il progresso tecnologico e mutamenti sociali hanno cambiato la natura stessa del lavoro e le abilità richieste ai lavoratori: sempre di più, in questo scenario, occorre approfondire le competenze tecniche necessarie per progettare e garantire un servizio di orientamento professionale che possa aiutare i soggetti disabili a rispondere a questi cambiamenti particolarmente sfidanti.
Esiste oramai una massa impressionante di studi che documentano i grandi cambiamenti che stanno interessando il mondo del lavoro. Nonostante il nostro paese possa facilitare l’inserimento occupazionale dei soggetti affetti da disabilità attraverso l’emanazione di leggi in loro favore, grandi trasformazioni come la globalizzazione dei mercati, il progresso tecnologico e mutamenti sociali hanno cambiato la natura stessa del lavoro e le abilità richieste ai lavoratori.
Sempre di più, in questo scenario, occorre approfondire le competenze tecniche necessarie per progettare e garantire un servizio di orientamento professionale che possa aiutare i soggetti disabili a rispondere a questi cambiamenti particolarmente sfidanti.Nonostante le difficoltà, infatti, i dati suggeriscono che i disabili disoccupati sono desiderosi di trovare una occupazione (Taylor, 1994); allo stesso tempo, la letteratura mette in luce tre difficoltà specifiche che gli esperti di orientamento professionale dovranno tener presente e affrontare efficacemente, nell’erogazione di un servizio di orientamento a questa popolazione.
1. Limitazione nelle prime esperienze lavorative
In generale, la carenza di esperienze lavorative limita le future possibilità di carriera e spesso i soggetti disabili entrano nell’età adulta con un background povero di esperienza lavorativa; questa mancata esperienza rende molto difficoltosa l’accessibilità ad una prima occupazione, perpetuando il periodo di inesperienza e lasciando la persona con una ancora non formata identità professionale definita, rendendo l’uscita da questo meccanismo a spirale molto difficile (Holland, 1985).
2. Capacità decisionali
Legata alla mancanza di esperienza lavorativa vi è un ulteriore competenza, la presa di decisione. Questa permette agli individui di verificare se le proprie scelte hanno avuto successo o meno, fornendo importanti feedback al lavoratore. Talvolta, le persone disabili denunciano l’avere avuto meno occasioni di poter partecipare ai processi decisionali, compromettendo così, lo sviluppo appropriato delle loro capacità di presa di decisione e responsabilizzazione (Curnow, 1989).
3. Concetto di sé negativo a seguito di processi discriminatori
Un’ altra difficoltà che gli esperti di orientamento professionale dovranno tener presente è che l’atteggiamento nei confronti della disabilità può speso affliggere la persona disabile tanto quanto la disabilità stessa.
L’esposizione prolungata ad atteggiamenti e comportamenti pregiudizievoli da parte della società può chiaramente contribuire a creare un’immagine di sé negativa o poco capace.Per gli psicologi Szymanski e Trueba (1994) vi sono difficoltà che affliggono i disabili, come ad esempio una rappresentazione di sé più negativa e meno capace, che non derivano da loro danni funzionali, ma sono esclusivamente il prodotto di stigma, marginalità e discriminazione a cui sono andati incontro per molti anni.
Caratteristiche di un buon orientamento professionale rivolto a persone con disabilità
A causa di queste difficoltà, è ancora più importante e urgente che gli operatori di orientamento professionale impostino i loro servizi respingendo questi processi di castificazione e applicando i principi che ispirino la filosofia dell’empowerment. Attivare un processo di empowerment, nel contesto di orientamento, significa aumentare nelle persone la possibilità di controllo sulla propria vita e sulle condizioni che la influenzano, così come è vissuto dalle persone che non presentano disabilità (Harp, 1994).
Un orientamento professionale rivolto ai disabili si deve fondare su quattro postulati (Emener, 1991):
- Ciascun individuo è di grande valore e dignità;
- Ogni persona deve avere la possibilità di sviluppare al massimo le proprie potenzialità e deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare;
- Nelle persone vi è una naturale propensione alla crescita e al miglioramento;
- Ogni individuo deve essere lasciato libero di decidere nella gestione della propria esistenza.
Dato il continuo cambiamento nel mondo del lavoro e le difficoltà a cui sono sottoposte le persone con disabilità, sembra sempre più evidente la necessità di facilitare il processo di inserimento e sviluppo occupazionale attraverso un aiuto concreto e competente a questo target più svantaggiato. Un efficace percorso di orientamento professionale che tenga conto della sofferenza meno visibile dei disabili può essere un utile strumento per potenziare le possibilità di scelta e di riuscita della loro vita professionale (Gysbers, 2002).