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Il matrimonio: un passo indispensabile per il benessere emotivo nella coppia?

Attualmente i benefici derivanti dal matrimonio sembrano attenuarsi e altri modi di vivere la coppia come la convivenza sembrano avere gli stessi benefici.

Di Carola Benelli

Pubblicato il 04 Gen. 2016

Aggiornato il 11 Gen. 2016 11:12

I dati rivelano un quadro in mutamento: rispetto a vent’anni fa, i benefici in termini di benessere emotivo che un tempo erano associati al matrimonio sembrano attenuarsi e percorsi di vita alternativi danno prova di simili potenzialità.

C’è chi dice che sia una trappola e chi ne è affascinato, chi lo valuta obsoleto e chi, al contrario, lo considera un passo imprescindibile in un percorso di vita: che lo si sostenga o lo si avversi, il matrimonio resta un tema con cui confrontarsi e, in molti casi, uno specchio di una società in continua evoluzione.

Un recente studio della Ohio State University ha indagato il tema del matrimonio per cercare di capire il legame tra questa istituzione e il benessere individuale: sposarsi ci rende più felici? Per indagare la questione, i ricercatori hanno confrontato l’andamento del benessere emotivo di chi sceglie di iniziare la vita con il partner con un matrimonio con quello di chi opta per la convivenza: quando si inizia a vivere insieme e a condividere una casa, aver detto ‘lo voglio’ cambia le carte in tavola?

All’inizio degli anni Novanta le ricerche registravano nelle giovani coppie un incremento del benessere emotivo a seguito del matrimonio con una differenza significativa rispetto alla convivenza. Sposarsi, in altre parole, giovava alle giovani coppie molto più che andare a vivere insieme. Oggi invece, secondo le ricerche condotte da Sarah Mernitz e Claire Kamp Dush, le cose sono cambiate. I ricercatori hanno esaminato i dati del National Longitudinal Survey, relativi ad un campione di 8700 soggetti nati tra il 1980 e il 1984, che sono stati intervistati ad anni alterni dal 2000 al 2010. Per l’intero periodo i partecipanti sono stati monitorati relativamente alla propria situazione sentimentale e ai livelli di stress emotivo, per valutare come queste variabili interagiscano tra loro.

I dati rivelano un quadro in mutamento: rispetto a vent’anni fa, i benefici in termini di benessere emotivo che un tempo erano associati al matrimonio sembrano attenuarsi e percorsi di vita alternativi danno prova di simili potenzialità. Lo studio sottolinea che, soprattutto tra le giovani donne, l’inizio della convivenza con il partner offre lo stesso emotional boost che si osserva quando si saltano le prove generali del vivere insieme e si opta direttamente per il matrimonio. Per gli uomini, invece, i dati rivelano che l’abbassamento del livello di stress emotivo è correlato al matrimonio in modo più significativo di quanto avvenga per la convivenza. Differenza che scompare se il partner con cui si convive non è il primo: qualora una precedente relazione affettiva si concluda, infatti, uomini e donne traggono i medesimi benefici dal matrimonio e dalla convivenza.

I fattori alla base del quadro descritto potrebbero essere di varia natura, a partire dalla progressiva diminuzione dello stigma nei confronti di chi sceglie di convivere e posticipare o evitare il matrimonio, che peraltro è una scelta sempre più comune. Al di là di quali siano le cause, lo studio di Mernitz e Kamp Dush rivela un dato interessante e ci suggerisce che, forse, per essere felici l’abito bianco non è poi così importante.

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