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Anedonia – Definizione Psicopedia

L’anedonia può essere inquadrata come una forma di appiattimento dello stato emotivo, una sorta di coartazione generale dell’espressività emotiva.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 18 Set. 2015

LE DEFINIZIONI DI PSICOPEDIA RUBRICA DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA

IN COLLABORAZIONE CON:

Sigmund Freud University - Milano - LOGO

 

 

Il termine anedonia è stato inventato alla fine dell’800 per descrivere una insensibilità patologica al provare piacere, propria di alcune malattie psichiatriche.

Negli ultimi vent’anni, questo concetto si è sempre più definito fino a entrare di diritto fra i criteri diagnostici del DSM-III (ed edizioni successive) all’interno dell’area relativa ai disturbi dell’umore, poiché permetteva di discriminare tra diverse forme di depressione.

L’anedonia è, dunque, l’incapacità di provare piacere. Certamente, la mancanza o la perdita totale della capacità edonica non è l’aspetto più comune, tuttavia il termine è ormai largamente impiegato anche quando la perdita o l’assenza è solo parziale. L’incapacità di provare piacere può essere non soltanto un’esperienza pervasiva, ma anche limitata, confinata a un solo ambito (o a un numero limitato di ambiti), come quello del cibo o del sesso, delle interazioni sociali o delle relazioni, etc.
L’anedonia può essere, dunque, inquadrata come una forma di appiattimento dello stato emotivo, una sorta di coartazione generale dell’espressività emotiva.

Chiaramente, è diversa dalla depressione (molti pazienti sottolineano di non provare sentimenti di tristezza, ma di aver perso la capacità di provar piacere per ciò che per loro, prima, era fonte di piacere), ed è individuabile anche in altre aree psicopatologiche fra cui la schizofrenia.
Può essere definita sia come tratto sia come stato. Quando ci si riferisce al tratto si intende una incapacità permanente di provare piacere che può essere presente fin dall’infanzia ed è riconosciuta anche dal paziente stesso. Mentre, lo stato può essere definito, come una pervasiva, non reattiva, compromissione della capacità di provare piacere per cose specifiche in un determinato momento.

In maniera più ampia possiamo dire che l’anedonia consiste nell’incapacità di desiderare la gratificazione. Infatti, i pazienti anedonici sarebbero tutti accomunati da una modalità inadeguata di rapportarsi all’ambiente, che si manifesterebbe, con la tendenza all’isolamento, propria della depressione maggiore oppure dei disturbi del pensiero e dell’affettività, tipici degli schizofrenici.
Restano, tuttavia, ancor oggi non del tutto chiari i meccanismi eziopatogenetici alla base dell’insorgenza dell’anedonia. Assodando che le vie dopaminergiche non sono gli unici circuiti cerebrali ad essere coinvolti, pare che a determinare la complessità psicopatologica del sintomo vi sarebbero diversi e molteplici fattori causali (genetici, ambientali, culturali, sociali), i quali, interagendo tra loro, contribuerebbero (tutti assieme) alla sua insorgenza clinica.

 

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BIBLIOGRAFIA:

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