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Etologia: nelle femmine dei pesci il cervello più grande è associato ad una maggiore sopravvivenza

E' stato dimostrato che le femmine dei pesci con un cervello più grande sono in grado di sfuggire di più dai predatori e, dunque, vivono più a lungo

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 09 Giu. 2015

Aggiornato il 12 Gen. 2024 18:58

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In etologia una delle ipotesi è che un cervello più grande consentirebbe migliori performance cognitive. E di conseguenza dovrebbe favorire un più alto potenziale di sopravvivenza.

Per testare questa idea si è fatto riferimento generalmente a studi comparativi che indagavano l’intelligenza e il potenziale di sopravvivenza di specie con diverse dimensioni cerebrali, non essendo tuttavia in grado di dimostrare una relazione causale tra le due variabili.

Un nuovo studio del Konrad Lorenz Institute of Ethology di Vienna ha studiato alcuni piccoli pesci per verificare l’ipotesi secondo cui investire in un cervello di dimensioni maggiori, e dunque più dispendioso da sviluppare e mantenere, avrebbe un effettivo vantaggio in termini evolutivi.
I ricercatori hanno selezionato diversi pesci della specie Poecilia reticulata, ne hanno valutato e diviso i diversi esemplari in due grandi gruppi a seconda della dimensione cerebrale (grande vs. piccolo). In seguito hanno liberato questi 4.800 pesci in un vasto ambiente semi-naturale, tra le cui acque si aggirava un loro predatore, il luccio. Dopo sei mesi, i ricercatori hanno rilevato una significativa maggiore sopravvivenza dei pesci Poecilia reticulata aventi un cervello più grande.

Ma attenzione: questo è vero solo per le femmine. Il vantaggio evolutivo sarebbe significativo solo per gli esemplari femmine, le quali con dimensioni cerebrali maggiori del 12% rispetto ad altre conspecifiche sono risultate in grado di evitare i predatori più frequentemente (mostrando differenti pattern comportamentali) e dunque di avere maggiori chances di sopravvivenza. Un cervello di dimensioni maggiori nel maschio, invece, non darebbe luogo ad alcun vantaggio evolutivo. Secondo gli studiosi questa differenza di genere si spiega considerando che i maschi di questa specie presentano un notevole limite rispetto alle femmine: hanno squame più colorate e più visibili, variabile rispetto alla quale la dimensione cerebrale non sembra compensare il notevole e oggettivo svantaggio evolutivo.

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Redattrice di State of Mind

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