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Disturbi Alimentari: è possibile considerarli disturbi da dipendenza da cibo?

I risultati portano a considerare la bulimia, così come il BED, disturbi da dipendenza da cibo, simili alle dipendenze da altri tipi di sostanze

Di Chiara Manfredi

Pubblicato il 16 Mar. 2015

Questi risultati preliminari aprono la strada alla possibilità di considerare la bulimia, così come il BED, disturbi da dipendenza da cibo e trattarli quindi alla stregua delle dipendenze da altri tipi di sostanze.

Ormai di Disturbi Alimentari si parla spesso: nelle riviste specializzate, a scuola, nei programmi di prevenzione, nell’ambiente della moda, nei libri di testo; si tratta di una categoria che raccoglie un’ampia gamma di problematiche, che vanno dall’eccessiva restrizione alimentare ai comportamenti impulsivi ad uno stile di vita particolarmente selettivo. Sappiamo anche che le situazioni problematiche in questo senso stanno espandendo la loro portata, passando da definirsi come disturbi a insorgenza prevalentemente nell’adolescenza e prima età adulta a una diffusione sempre maggiore anche nell’età più matura.

Sicuramente quello che accomuna questi differenti quadri clinici (Anoressia, Bulimia, ecc.) è un rapporto problematico con il cibo e con il proprio corpo. D’altra parte, si tratta di modalità molto differenti di declinare questo rapporto infelice: non è difficile notare le diverse caratteristiche di personalità che sottostanno a un comportamento molto regolato e ossessivo (tipico per esempio delle pazienti anoressiche) piuttosto che a un pattern ambivalente di impulsività e tentativi di compensazione (tipico delle pazienti bulimiche).

Negli ultimi anni la letteratura scientifica sull’argomento ha proposto un inquadramento differente dei Disturbi Alimentari, avvicinando alcuni di questi alla diagnosi di dipendenza da sostanze. In particolare, il Binge Eating Disorder (BED), che prevede la presenza di episodi di abbuffate in assenza di comportamenti finalizzati a eliminare le calorie ingerite, è stato ampiamente concettualizzato come dipendenza dal cibo e da particolari ingredienti, come lo zucchero (Gearhardt, Davis, Kuschner & Brownell, 2011). Inoltre, l’osservazione delle immagini di risonanza magnetica delle persone con BED ha mostrato un’alterazione nel sistema della dopamina, simile a quanto si osserva nelle risonanze magnetiche delle persone con una dipendenza da sostanze (Hadad & Knackstedt, 2014).

Recentemente, un gruppo di autori tedeschi e austriaci ha esplorato meglio la componente di dipendenza all’interno della Bulimia Nervosa, intervistando i soggetti secondo i criteri definiti dal DSM-IV per la dipendenza da sostanze, declinati in modo da indagare il cibo al posto della sostanza. Nello specifico, questi criteri includono (1) essere incapaci di controllare l’abbuffata, (2) trascurare le relazioni sociali o il lavoro a causa delle abbuffate, (3) sintomi di astinenza, (4) impiegare molto tempo per procurarsi il cibo, abbuffarsi o riprendersi dagli effetti dell’abbuffata, (5) continuare a mangiare nonostante le conseguenze negative, (6) consumare una maggior quantità di cibo di quella che si vorrebbe consumare.

Gli autori hanno testato sulla base di questi criteri un campione di pazienti bulimiche, un gruppo di persone non bulimiche ma con una storia di bulimia passata e un gruppo di persone non bulimiche e che non avevano mai ricevuto la diagnosi in passato. I risultati hanno mostrato che, considerando i criteri per la dipendenza da sostanze adattati rispetto alla “sostanza cibo”, tutte le persone testate che soddisfacevano la diagnosi di bulimia risultavano anche dipendenti dal cibo, mentre questa dipendenza non caratterizzava nessuna delle persone senza diagnosi;

inoltre, il 30% delle persone con un passato di bulimia ma senza diagnosi attuale soddisfaceva i criteri per la dipendenza da cibo. Aggiungere questo ultimo campione ha permesso di evidenziare come la dipendenza dal cibo non sia trasversale alla bulimia, ma possa essere vista come un modo diverso di concettualizzare lo stesso disturbo.

In questo senso, questi risultati preliminari aprono la strada alla possibilità di considerare la bulimia, così come il BED, disturbi da dipendenza da cibo e trattarli quindi alla stregua delle dipendenze da altri tipi di sostanze.

 

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Chiara Manfredi
Chiara Manfredi

Teaching Instructor presso Sigmund Freud University Milano, Ricercatrice per Studi Cognitivi.

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