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Il modello LIBET – Definizione Psicopedia

Si tratta di un modello di concettualizzazione del caso clinico in ambito cognitivo esistenzialista che esplora il tema di vita doloroso del paziente.

Di Mauro Grillini

Pubblicato il 15 Ott. 2014

Aggiornato il 14 Gen. 2018 20:53

LE DEFINIZIONI DI PSICOPEDIA

Psicopedia - Immagine: © 2011-2012 State of Mind. Riproduzione riservata

 Il termine LIBET (Life themes and plans Implications of biased Beliefs: Elicitation and Treatment) fa riferimento a un modello di concettualizzazione del caso clinico adottato in ambito cognitivo esistenziale (Sassaroli, 2013).

Tale concettualizzazione si basa sulla nozione di tema di vita, che consiste in un insieme di esperienze dolorose di mancato soddisfacimento di bisogni emotivi e relazionali, e di credenze distorte ricorrenti nella storia individuale: esso può essere definito altresì come il luogo mentale intollerabile o LMI, ovvero uno spazio psichico nel quale la persona sperimenta stati di sofferenza soggettiva, gestita attraverso una serie di strategie più o meno adattive e funzionali.

A differenza dell’approccio cognitivo standard, nella LIBET viene approfondita l’evoluzione del LMI all’interno della storia di vita individuale, considerando altresì l’influenza di figure significative e di accudimento. In altre parole si sottolinea il collegamento tra esperienze deficitarie passate e sofferenze e difficoltà di padroneggiamento di stati mentali dolorosi attuali.

Le strategie utilizzate per gestire il LMI vengono denominate piani di vita, e a livello patologico possono suddividersi in tre principali categorie:

evitamento: la persona si mantiene distante da situazioni e circostanze collegate al tema di vita doloroso;

-controllo: la persona monitora  costantemente determinati parametri di sè o dell’ambiente;

-ipercompensazione: la persona pone in atto condotte autolesive, di sopraffazione e ricerca intensità emozionale;

 

Questi sono caratterizzati da inflessibilità, monodimensionalità e pervasività, e risultano semi-adattivi, in quanto efficaci a breve termine nella gestione del LMI ma potenzialmente deleteri sul medio-lungo periodo. Il prolungamento di questi piani, dunque, può esporre la persona a diversi momenti di scompenso, anche sotto forma di sintomatologia clinica (es. umore depresso) e a un contatto doloroso con i propri temi di vita.

Questi momenti di crisi del sistema psichico possono tuttavia favorire l’emergere di una motivazione intrinseca orientata al cambiamento e la disponibilità a cominciare un percorso terapeutico, orientato tanto ad assumere piani di vita maggiormente adattivi e flessibili, quanto ad aumentare progressivamente il livello di tolleranza e accettazione del tema di vita doloroso.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Il modello LIBET in psicoterapia: Presentazione al Congresso APA 2014 – Washington DC

 

BIBLIOGRAFIA:

  •  Ruggiero, G.M., Sassaroli, S. (2013). Il colloquio in psicoterapia cognitiva. Milano: Raffaello Cortina Editore.  ACQUISTA ONLINE

 

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Mauro Grillini
Mauro Grillini

Psicologo e Psicoterapeuta in formazione presso la Scuola di Specializzazione "Psicoterapia Cognitiva e Ricerca", Milano

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