Essere in grado di distinguere che cosa sia reale e cosa no può sembrare una banalità, ma l’incapacità di tale distinzione è alla base di diversi disturbi psichiatrici ed è ciò di cui si sono occupati in un recente studio alcuni ricercatori dell’Università di Yale.
Alcuni studi in letteratura hanno già identificato specifiche aree cerebrali deputate all’identificazione di uno stimolo visivo come “reale” vs. “immaginato”; il nuovo studio si focalizza sull’esistenza di specifiche aree cerebrali attivantisi in relazione alla distinzione tra stimoli uditivi reali o immaginati.
Ai soggetti è stato chiesto di completare un task di riconoscimento uditivo durante sessioni di scanning di risonanza magnetica funzionale: il compito prevedeva di segnalare la percezione reale di una parola registrata, se i soggetti la stessero immaginando oppure se stessero percependo visivamente uno stimolo visivo.
Analizzando i dati i ricercatori hanno scoperto che vi sarebbe un aumento di attivazione cerebrale nel giro frontale mediale sinistro (MFG) durante la codifica di parole correttamente identificate come “immaginate”, mentre un’area del giro frontale inferiore sinistro sarebbe più attiva nel momento in cui vi è riconoscimento corretto di parole realmente udite. Invece, relativamente agli errori di codifica si è registrato un incremento di attivazione a carico del giro temporale superiore, con una correlazione positiva tra tale attivazione e la tendenza ad avere allucinazioni uditive (variabile misurata attraverso la Auditory Hallucination Experience Scale).
Tali risultati possono essere interessanti dal punto di vista neuropsicologico per identificare i correlati neurali di determinati sintomi – ad esempio alluncinatori- in specifiche patologie psichiatriche.
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BIBLIOGRAFIA:
- Sugimori, E., Mitchell, K., Raye, C., Greene, E., & Johnson, M. (2014). Brain Mechanisms Underlying Reality Monitoring for Heard and Imagined Words Psychological Science, 25 (2), 403-413 DOI: 10.1177/0956797613505776.