expand_lessAPRI WIDGET

MEG Neurofeedback: una nuova tecnica riabilitativa – Neuroscienze

MEG Neurofeedback: una tecnica di brain-imaging che consente di osservare l'attività cerebrale in tempo reale e aggiustarne la funzionalità - Neuroscienze

Di Viviana Spandri

Pubblicato il 07 Feb. 2014

Aggiornato il 17 Feb. 2014 10:11

Viviana Spandri

 

 

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

MEG Neurofeedback – Questa nuova tecnica di brain-imaging consente alle persone di osservare la propria attività cerebrale in tempo reale e quindi controllarne o aggiustarne la funzionalità in pre-determinate aree cerebrali.

Uno studio condotto dal gruppo di ricerca capitanato dal Dott. Sylvain Baillet, Direttore del Brain Imaging Centre at The Neuro McGill University and the McGill University Health Centre, pubblicato sulla rivista NeuroImage, ha dimostrato che la magnetoencefalografia (MEG) può essere utilizzata come un potenziale strumento terapeutico per controllare e allenare specifiche aree cerebrali.

Questa nuova tecnica di brain-imaging infatti consente alle persone di osservare la propria attività cerebrale in tempo reale e quindi controllarne o aggiustarne la funzionalità in pre-determinate aree cerebrali.

La MEG è una tecnica di brain imaging non invasiva che misura i campi magnetici generati dai circuiti nervosi nel cervello e ha il vantaggio di avere una risoluzione temporale nell’ordine dei millesecondi, superiore a tutte le altre tecniche, che permette di osservare l’attività cerebrale in tempo reale.

Questo vantaggio permettte alla MEG di essere utilizata come tecnica di neurofeedback, processo mediante il quale le persone possono vedere online informazioni fisiologiche di cui solitamente non sono consapevoli, e nello specifico di questa tecnica potrebbero proprio osservare l’attività cerebrale, e utilizzare quest’informazione per allenarsi ad autoregolarla.

Lo scopo di questo gruppo di ricerca è quello di addestrare il paziente ad allenare specifiche regioni cerebrali, così che ad esempio i pazienti epilettici, modificando la loro attività cerebrale, possano prevenire il presentarsi di una crisi.

In questo studio i soggetti venivano sottoposti a 9 sessioni di MEG e utilizzavano il neurofeedback per raggiungere un target specifico, ovvero mentre osservavano un disco colorato su un display dovevano trovare la strategia per modificarne il colore da rosso scuro a un giallo-bianco luminoso e mantenerlo il più a lungo possibile.

I ricercatori hanno programmato questo esperimento in modo che le aree cerebrali target fossero nella corteccia motoria e il colore che appariva sullo schermo era determinato da una predefinita combinazione di attività cerebrale lenta o rapida proprio in queste regioni. Questo è stato reso possibile dall’utilizzo combinato di MEG e MRI, noto come MSI (magnetic source imaging).

I risultati hanno mostrato che i partecipanti, in ogni sessione successiva di training, riuscivano a raggiungere il target sempre più velocemente, nonostante la soglia per il raggiungimento del target per ogni nuova sessione fosse stata alzata.

I partecipanti riuscivano quindi ad utilizzare efficacemente il neurofeedback per alterare il loro pattern di attivazione cerebrale in regioni specifiche della corteccia motoria, così come definito dal loro obiettivo, senza muovere nessuna parte del corpo.

Questo dimostra innanzitutto che la MSI può fornire in tempo reale il neurofeedback di specifiche porzioni cerebrali e che quindi è possibile utilizzare la MEG a scopo terapeutico per la riabilitazione dei pazienti: in particolare sembra essere promettente con i pazienti epilettici, ma potrebbe esserlo anche per svariate altre patologie neurologiche e/o neuropsichiatriche (ictus, demenze, disturbi del movimento).

ARGOMENTO CONSIGLIATO:

NEUROPSICOLOGIANEUROSCIENZE

 

BIBLIOGRAFIA:

 

 

Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel