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FMRI e la “lettura del pensiero” – Neuroscienze

Questo studio ha dimostrato che con la FMRI è possibile ricostruire con accuratezza il volto che il soggetto sta visualizzando in quel momento.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 19 Giu. 2014

 

 

FLASH NEWS

Usando solo i dati provenienti da scansioni di fMRI, i ricercatori dell’Università di Yale hanno ricostruito accuratamente le immagini di volti umani visti da alcune persone.

“E ‘ una forma di lettura del pensiero “, ha detto Marvin Chun, professore di psicologia, scienze cognitive e neurobiologia e autore dell’articolo pubblicato su Neuroimage .

L’aumento del livello di sofisticazione delle scansioni fMRI ha già permesso agli scienziati di utilizzare i dati provenienti da scansioni cerebrali per capire se un soggetto sta visualizzando, ad esempio, una spiaggia o una parte della città, un animale o un edificio. Queste scansioni però non sono in grado di dirci “quale” animale o edificio è oggetto della visualizzazione; per questo sarebbe necessario un livello di sofisticazione dello strumento ancora maggiore.

Alan S. Cowen, uno degli allievi di Chun, partendo dall’idea che noi percepiamo i volti con un maggiore livello di dettaglio rispetto alle altre cose, si è chiesto se fosse possibile ricostruire un volto umano a partire da modelli di attività cerebrale.

Cowen, in una prima fase di “allenamento”, ha mostrato a sei soggetti 300 diverse facce, intanto li ha sottoposti a fMRI. Ha usato questi dati per creare una sorta di biblioteca statistica di come ciascun cervello ha risposto alle singole facce. Ha poi mostrato ai sei soggetti, nuovamente sottoposti a fMRI, nuovi insiemi di facce. Infine, sulla base dei dati contenuti nella biblioteca statistica, è riuscito a ricostruire i volti che i soggetti stavano visualizzando con sorprendente accuratezza.

L’accuratezza di queste ricostruzioni facciali aumenta con il tempo, dice Cowen, e queste ricostruzioni potrebbero essere utilizzate come strumento di ricerca per studiare, ad esempio, come bambini autistici rispondono alle facce.

Questa metodologia rappresenta non solo un nuovo e promettente approccio per indagare la percezione del viso, ma suggerisce nuove strade per ricostruire le esperienze visive, tra cui i sogni, i ricordi e i prodotti dell’immaginazione, che sono principalmente rappresentati in aree corticali di alto livello.

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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