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Criticismo subìto in famiglia e bias cognitivi: in che modo correlano?

Il criticismo percepito è associato a bias attentivi che portano a focalizzarsi su elementi emotigeni negativi e ad interpretare situazioni in modo negativo

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 27 Giu. 2014

Aggiornato il 06 Dic. 2016 14:10

FLASH NEWS

 

Il criticismo percepito è associato a bias interpretativi e attentivi che portano la persona a focalizzarsi su elementi emotigeni negativi e ad interpretare situazioni neutre in modo negativo: il tutto elegantemente dimostrato da uno studio sperimentale di Harvard. 

Essere il bersaglio dell’altrui criticismo non è piacevole, può essere copresente all’autocriticismo ed è spesso in relazione all’insorgenza e al mantenimento di diversi distrubi attenenti la sfera mentale e psicologica.

Un team di ricercatori di Harvard ha voluto indagare il fenomeno del criticismo “subìto” (tecnicamente criticismo percepito) e la presenza di specifici bias cognitivi e attentivi nell’elaborazione di informazioni a carattere emotivo.

In altre parole hanno ipotizzato che elevati livelli di criticismo subìto sarebbero correlati a bias interpretativi di situazioni ambigue (valutate in modo negativo), con un possibile meccanismo per cui essere costantemente bersaglio di critiche porterebbe l’individuo ad affinare la propria attenzione verso segnali emotivi negativi e dunque ad essere più soggetto a bias cognitivi.

76 soggetti sono stati reclutati nello studio ed è stato loro chiesto di valutare quanto criticista fosse nei loro confronti “la persona emotivamente più importante nella loro vita”, e in seguito sono stati invitati a completare due compiti sperimentali finalizzati a rilevare bias attentivi nell’elaborazione di informazioni emotive positive, negative e neutre.
Dai dati è emerso che le persone con più elevati livelli di criticismo percepito presentavano maggiori difficoltà nell’ignorare e distrarsi dalle informazioni emotive negative non rilevanti per il completamento del task (predire la direzione di movimento di una freccia se associata a un’espressione facciale emotiva negativa, ad esempio di collera); inoltre, nel secondo compito sperimentale i soggetti con più elevati livelli di criticismo percepito avevano una maggiore tendenza ad interpretare negativamente dal punto di vista emotivo stimoli uditivi neutri.

Dunque il criticismo percepito è associato a bias interpretativi e attentivi che portano la persona a focalizzarsi su elementi emotigeni negativi e ad interpretare situazioni neutre in modo negativo: il tutto elegantemente dimostrato da uno studio sperimentale di Harvard.

 

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Redattrice di State of Mind

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