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La Valutazione della Personalità con la Shedler-Westen Assesment Procedure (SWAP-200)

Un manuale che permette un'adeguata diagnosi funzionale della personalità, in grado di rispondere alle esigenze di clinici e al rigore dei dati scientifici

Di Walter Sapuppo

Pubblicato il 29 Mag. 2014

Aggiornato il 25 Gen. 2016 10:37

 

Swap 200_Valutazione della personalità_Recensione Lo scopo degli autori (impegnati da oltre 15 anni in tale progetto) è stato quello di sviluppare una metodologia di valutazione della personalità che colmasse lo spazio concettuale che intercorre tra la necessità dei clinici di uno studio complesso del paziente – dove peculiari componenti strutturali e funzionali risultano embricate tra loro – e il rigore dei dati empirici derivati dalla ricerca.

La valutazione della personalità, nonchè dei suoi disturbi, costitituisce un argomento ampiamente dibattuto nella letteratura scientifica. Valutare la personalità di un individuo, infatti, può assumere significati e funzioni diverse a seconda delle finalità della valutazione stessa (i.e., misurazioni psicometriche, diagnosi descrittive o, in psicoterapia, formulazione del caso clinico).

In tal senso, lo scopo degli autori (impegnati da oltre 15 anni in tale progetto) è stato quello di sviluppare una metodologia di valutazione della personalità che colmasse lo spazio concettuale che intercorre tra la necessità dei clinici di uno studio complesso del paziente – dove peculiari componenti strutturali e funzionali risultano embricate tra loro – e il rigore dei dati empirici derivati dalla ricerca.

Gli item della SWAP (200 affermazioni relative a comportamenti osservabili o deducibili attraverso un’intervista specifica, derivati dai criteri del DSM e dalla letteratura scientifica sui Disturbi di Personalità) rappresentano la definizione operativa dei costrutti necessari a formulare un’adeguata diagnosi funzionale.

Nella procedura di valutazione, che può essere effettuata già dopo 3/5 incontri, il compito del clinico è quello di valutare (all’interno di una distribuzione fissa, per limitare eventuali bias) le affermazioni in relazione a quanto siano applicabili al paziente (da 0 a 7, da affermazioni non applicabili al soggetto ad affermazioni che ne colgono elementi centrali e pervasivi).

Il nuovo manuale della SWAP, più corposo e ricco di appendici rispetto alla prima versione del 2003, risulta suddiviso in tre parti principali.

Nella prima parte vengono illustrati i criteri di costruzione e validazione dello strumento, i principali contributi teorici di Drew Westen e le problematiche che si riscontrano nella ridefinizione dei costrutti, delle categorie e dei criteri diagnostici dell’Asse II del DSM. Ampio spazio, inoltre, è dedicato alla riflessione sulla diagnosi di personalità in adolescenza.

Nella seconda parte del manuale, invece, gli autori focalizzano la loro attenzione sull’ampia applicazione della SWAP nella ricerca in psicopatologia, prendendo in esame recenti studi su pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare (con particolare enfasi ai sottotipi di personalità presenti nei campioni esaminati), narcisisti e istrionici, fornendo un quadro maggiormente diversificato di tali patologie, oltre che interessanti spunti clinici.

Nella terza parte gli autori descrivono l’utilità dell’applicazione della SWAP nella misurazione del cambiamento di personalità nella psicoterapia (di orientamento psicodinamico e psicoanalitico) di due differenti pazienti (Melania, Disturbo Borderline di Personalità e Giovanna, una paziente con tratti ossessivi, ostili e paranoidi), sottolineando i limiti tipici degli studi single case ma, contestualmente, rimarcando l’utilità dell’utilizzo – sia nella ricerca clinica che nella formulazione del caso clinico – di strumenti clinician-rated affidabili. Inoltre, nell’ultimo capitolo del manuale vengono descritti due indici (Personality Health Index – PHI e RADIO), non presenti nella versione del 2003, deputati alla valutazione del buon funzionamento della personalità e utili nella valutazione dell’outcome della terapia.

In particolare, l’indice PHI, basandosi sui 200 item della SWAP, fornisce delle indicazioni globali relative agli aspetti sani della personalità del paziente mentre, l’indice RADIO, ne illustra i punti di forza e le difficoltà.

Nelle 7 appendici conclusive troviamo il manuale della SWAP-200 con le indicazioni per la compilazione della stessa, il confronto tra i prototipi SWAP (ricavati mediante l’analisi Q-Factor) degli stili di pers’onalità e i Disturbi di Personalità presenti nel DSM-5, la SWAP-200 nella sua versione per adolescenti, la SWAP-II, l’intervista Clinico-Diagnostica (CDI; CDI-A, nella sua versione per adolescenti; CDI-F, nella versione forense) ideata da Westen per la valutazione della personalità con la SWAP, una guida al contenuto degli item e una descrizione del metodo prototype matching (ovvero quanto gli aspetti clinici di un paziente si avvicinino al quadro complessivo di un certo disturbo).

Allegato al manuale, inoltre, è presente un CD-Rom contenente un utile software in grado di eseguire una diagnosi di Personalità sia categoriale (Personality Disorder – PD; legata ai disturbi di Personalità DSM) che dimensionale (attraverso i Q-factor della SWAP-200; categorie diagnostiche, empiricamente derivate, a cui è stata applicata la Q-factor analysis).

Ciò che piace di questo manuale, oltre alla rigida impalcatura teorica e alla generosa quantità di materiale fornito (sia in termini di software che di interviste cliniche), è il continuo tentativo di unire e combinare le caratteristiche peculiari dei clinici e dei ricercatori.

Tale ottica, che mira a massimizzare le competenze di ogni figura coinvolta nei numerosi studi condotti, è tesa a superare la vexata quaestio che vede la ricerca empirica sistematica contrapposta ai clinical case studies. Un argomento, quest’ultimo, molto attuale nel panorama internazionale, sia in ambito cognitivista che psicodinamico, soprattutto dopo le accuse – più o meno condivisibili – di eccessivo riduzionismo epistemiologico che il nuovo manuale diagnostico dell’APA ha attirato a sé.

Questa discussione, se orientata alla comprensione e al trattamento dei Disturbi di Personalità, può sicuramente trarre beneficio dal lavoro teorico svolto da Shedler e collaboratori; l’utilizzo della SWAP, infatti, offre al clinico, contestualmente, una lettura dimensionale della patologia, unitamente a un buon grado di affidabilità, di “ripetibilità” e di accuratezza predittiva dello strumento utilizzato.

 

ARGOMENTI CORRELATI:

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BIBLIOGRAFIA:

  •  Shedler J., Westen D., Lingiardi V. (2014). La valutazione della personalità con la SWAP-200: Nuova edizione. Milano: Raffaello Cortina Editore. ACQUISTA

 

AUTORE: Walter Sapuppo 

Psicologo, AAI Certified Coder, svolge la sua attività clinica tra Napoli e Roma. Socio della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC) e della Society for Psychotherapy Research (SPR). E’ stato Professore a Contratto presso il CDL in “Psicologia Clinica” e Docente al Master di II Livello in “Psicodiagnostica clinica dell’individuo e delle istituzioni” presso la Seconda Università degli Studi di Napoli. È docente presso le Scuole di Psicoterapia “Studi Cognitivi” ed è autore di pubblicazioni scientifiche su Disturbi del Comportamento Alimentare, Cicli Cognitivo-Interpersonali, “process” terapeutico e psicopatologia correlata ai traumi. 

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