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La PET come strumento di valutazione delle possibilità di recupero in pazienti cerebrolesi

Questa tecnica sembra efficace nella valutazione delle possibilità di recupero dello stato di coscienza in pazienti gravemente cerebrolesi - Neuropsicologia

Di Serena Mancioppi, Serena Mancioppi

Pubblicato il 26 Mag. 2014

Aggiornato il 25 Mag. 2017 10:16

La tomografia a emissione di positroni (PET), una tecnica di imaging funzionale, sembra essere uno strumento promettente nella valutazione delle possibilità di recupero dello stato di coscienza in pazienti gravemente cerebrolesi.

Questi risultati sono importanti se pensiamo che con gli esami clinici tradizionali fino al 40 % dei pazienti cerebrolesi sono mal diagnosticati: gli esami clinici standard dovrebbero servire a discriminare se i pazienti sono in uno stato di coscienza minimo (MCS), in cui vi è qualche evidenza di consapevolezza e di risposta agli stimoli, o in stato vegetativo (VS), noto anche come unresponsive wakefulness syndrome, nel quale la possibilità di recupero è molto bassa.

Nei pazienti con edema cerebrale, però, la previsione di recupero sulla base di un esame clinico standard è poco più accurata del lancio di una moneta, sostengono i ricercatori che hanno condotto lo studio all’Università di Liegi.

Grazie alla PET sembra invece possibile rilevare processi cognitivi che non sono visibili attraverso i test tradizionali, e che possono essere usati per completare le valutazioni comportamentali standard, rendendole più accurate.

Lo studio ha valutato se due nuove tecniche di imaging funzionale del cervello – la PET con fluorodeossiglucosio come agente di imaging (FDG) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI) eseguita durante compiti di immaginazione mentale – fossero in grado di distinguere tra VS e MCS in 126 pazienti con gravi lesioni cerebrali (81 MCS , 41 VS , e 4 con locked-in syndrome, un gruppo di controllo di pazienti che non rispondono a livello comportamentale ma che sono coscienti).

I ricercatori hanno poi confrontato i risultati ottenuti con quelli del Coma Recovery Scale- Revised ( CSR – R ), un test comportamentale standardizzato, considerato fino ad ora il metodo più sensibile per discriminare i livelli minimi di coscienza.

I risultati indicano che la FDG -PET è meglio della fMRI nel rilevare uno stato di coscienza in pazienti apparentemente incoscienti; in particolare l’accuratezza previsionale del grado di recupero entro l’anno successivo era circa del 74 % per la FDG -PET , rispetto al 56 % della fMRI.

 

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