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L’attaccamento come organizzatore di psicopatologia – SOPSI 2014

Attaccamento: all’interno della relazione terapeutica il paziente può prendere consapevolezza del proprio funzionamento che applica nelle relazioni attuali.

Di Redazione

Pubblicato il 26 Feb. 2014

Loriana Murciano, Psichiatra-Psicoterapeuta

SOPSI 2014  

Report dal simposio:

L’attaccamento come organizzatore di psicopatologia nel corso della vita

 

L'attaccamento come organizzatore di psicopatologia - SOPSI 2014 All’interno della relazione terapeutica, attraverso un lavoro profondo, il paziente può riuscire sicuramente a prendere consapevolezza del proprio funzionamento ed a comprendere che ci sono modalità che si porta dentro da sempre e che applica alle proprie relazioni attuali.

Simposio moderato dalla Prof.Marazziti, che da anni presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa conduce ricerche sull’attaccamento e sulla neurobiologia dello stesso, in particolare sull’attaccamento romantico.

Apre il simposio il Dott. Francesco Albanese, Psicologo Clinico e Psicoterapeuta dell’Università di Firenze, con l’intervento “I modelli operativi nelle relazioni di attaccamento”: l’attaccamento è una dimensione psicologica la cui prima definizione risale a Bowlby (1968) che integrò il modello psicoanalitico classico con osservazioni comportamentali di stampo etologico, con particolare attenzione alla relazione madre-cucciolo.

Lo stile di attaccamento di un individuo dipende dal modo in cui viene trattato dal caregiver (Bowlby, 1988) e su queste interazioni si struttura uno dei  quattro stili attualmente riconosciuti: sicuro, insicuro ansioso resistente, insicuro evitante, disorientato disorganizzato.

Nella specie umana il punto essenziale dell’attaccamento è che tale sistema ci spinge ad una sorta di relazione: è un processo sociale che parte dalla relazione emozionale, ossia entra in campo quando siamo in una sfera emotiva e ci fa cercare “protezione-aiuto” quando siamo in difficoltà, condizione essenziale e strategica per la sopravvivenza e lo sviluppo della vita.

Liotti inserisce poi l’attaccamento tra i Sistemi Motivazionali Interpersonali (MOI) di base (2001): il sistema dell’attaccamento, con il complementare sistema dell’accudimento entra in attivazione per assicurare il recupero della vicinanza della figura di attaccamento (FdA).

Bowlby scriveva che “il comportamento di attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba” (1979), ovvero tende a rimanere stabile nel tempo;  diversi autori, nella letteratura più recente, hanno cercato di utilizzare i modelli teorici per applicare il legame madre-bambino a tutte le relazioni affettive dell’esperienza.

Il relatore sottolinea come lo stile dei primi rapporti di attaccamento possa influenzare l’organizzazione precoce della personalità: si tratta di una “rappresentazione di sé-con l’altro”, ci parla dunque di una relazione, e si organizza all’interno dei MOI, ossia di vere e proprie “griglie di lettura del mondo”.

Comportamenti differenti sono all’origine dei diversi modelli operativi interni (Bowlby, 1988), strutture mentali che includono configurazioni spaziali, temporali e causali e che contribuiscono ad anticipare il comportamento e le risposte dell’altro. I MOI relativi al sé e all’altro, strutturati come relazioni a carattere prevalentemente emozionale, sono riattivati in età adulta nelle relazioni a contenuto altamente emozionale” (Albanese,2009).

Secondo il modello delle R.I.G. ossia Rappresentazioni di Interazioni che sono state Generalizzate (Sterne, 1985) le singole esperienze, derivanti dalla memoria episodica e semantica, vengono poi combinate in rete e si viene a costituire precocemente una “neuroanatomia” dei MOI.

Nei primi mesi di vita si assiste ad una crescita dei dendriti della corteccia orbito-frontale (Schore, 1994) e si stabiliscono connessioni con l’area limbica (emotiva); le ripetute esperienze emotive connesse alla relazione di attaccamento determinano la costituzione di una nuova struttura anatomica orbito-frontale (sede dei MOI). Il Dott. Albanese richiama poi l’attenzione dei presenti sui quattro stili di attaccamento del Modello di Bartholomew & Horowitz (1991) derivanti dalla combinazione del Modello di sé (Dipendenza) e del Modello dell’altro (Evitamento).

Possiamo classificare tre relazioni fondamentali di Attaccamento:

1. La Relazione Parentale: è una relazione complementare nella quale la figura di attaccamento (FdA) è generalmente la madre;

2. La Relazione tra Partners: è una relazione di tipo simmetrico nella quale entrambe le figure cercano attaccamento e danno accudimento (FdA: partner). In tale relazione si riattivano i MOI.

3. La Relazione Terapeutica: è una relazione di tipo complementare in cui la FdA è il terapeuta; anche in tale relazione si riattivano i MOI. Il quesito importante è: “i Modelli Operativi Interni possono cambiare in età adulta?” Ed in particolare all’interno di un lavoro di psicoterapia?

Il dott. Albanese conclude il suo intervento sottolineando che all’interno della relazione terapeutica, attraverso un lavoro profondo, il paziente può riuscire sicuramente a prendere consapevolezza del proprio funzionamento ed a comprendere che ci sono modalità che si porta dentro da sempre e che applica alle proprie relazioni attuali.

Prosegue il simposio la prof. Marazziti presentando la relazione “Stile di Attaccamento e Psicopatologia”.

L’attaccamento romantico è un legame sociale, indica lo stabilirsi della relazione emozionale tra due partners che nasce in relazione alla necessità di tenere unita la coppia genitoriale finchè i cuccioli non sono in grado di sopravvivere da soli.

Il partner è implicitamente investito del ruolo di figura di attaccamento, ma allo stesso tempo risulta essere un partner sessuale, verso il quale la richiesta di disponibilità equivale ad una richiesta di esclusività. La paura della perdita di questa esclusività è all’origine della gelosia romantica. Il sistema-gelosia ed il sistema attaccamento si possono dunque considerare come finalizzati al mantenimento del legame” (Albanese, 2009). La diversa combinazione di due componenti continue chiamate “ansietà” ed “evitamento”, dà origine ai quattro stili di attaccamento romantico adulto: sicuro, preoccupato, distanziante, timoroso-evitante (Brennan et al., 1998).

La Prof. Marazziti illustra lo studio che indaga, in un campione di pazienti ambulatoriali in cura presso la clinica di Pisa, le possibili relazioni tra dimensione categoriale psicopatologica (diagnosticata con la SCID-IV, First et al., 1997) e l’attaccamento romantico, rilevato con la versione italiana dell’ ECR (Brennan et al., 1998). Le correlazioni emergenti confermano che ogni categoria diagnostica è caratterizzata da uno stile romantico; in particolare lo stile preoccupato era più frequente nei disturbi bipolari.

Mantenendo il filo conduttore dell’attaccamento romantico arriviamo all’intervento del Prof. Volterra “Attaccamento e stalking” tema purtroppo di notevole interesse attuale sia psicopatologico che sociale che giudiziario. Lo stalking si colloca nell’ambito della dimensione umana e psicologica dell’attaccamento in una prospettiva però di maladattamento e disadattamento. Il relatore descrive le caratteristiche e le conseguenze dello stalking, i fattori di rischio e l’escalation dissociale della gelosia; in particolare viene illustrata la recente legge sullo stalking  (Legge del 15 ottobre 2013 n.119).

Conclude la sessione il Dott. Mario Campanella, giornalista, con l’intervento “Dall’abuso alla psicopatologia nel bambino-adolescente” proiettando alla platea i dati inquietanti raccolti dalle Associazioni Arcobaleno, Telefono Azzurro e Mater Onlus:

Ogni anno circa 50.000 minori infraquattordicenni vengono molestati o violentati in Italia.

Il 90% subisce molestie di vario tipo (comprese le molestie attraverso il cyberweb).

Il 60% delle molestie si svolgono all’interno delle famiglie; l’estrazione sociale del fenomeno è prevalentemente medio-bassa con una percentuale stimata di quasi 1/5 relativa a ceti socio-culturali alti.

A fronte di tali proprorzioni del fenomeno nel 2011 le denunce presentate negli uffici giudiziari sono state 550 e nel 2012 circa 580 (solo l’1%)!!

 

ARGOMENTI CORRELATI:

ATTACCAMENTO ACCUDIMENTO

CONGRESSO SOPSI 2014

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

AUTORE:

Dott.ssa Loriana Murciano, Psichiatra e Psicoterapeuta.

 

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