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Il potenziale dell’effetto placebo: nuovi orizzonti?

Effetto placebo - Sappiamo da tempo che l'efficacia di un farmaco dipende, almeno per metà, dalle aspettative del paziente sulla sua efficacia.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 23 Gen. 2014

 

 

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Placebo: sappiamo da tempo che l’efficacia di un farmaco dipende, almeno per metà, dalle aspettative del paziente sulla sua efficacia: nel bel mezzo di un attacco di emicrania, infatti, ha lo stesso effetto sul dolore prendere un farmaco con l’idea che sia placebo che prendere placebo con l’idea che sia un farmaco.

Secondo un recente studio non c’è nessuna differenza tra prendere una pillola e prendere un placebo indorato dalle parole giuste: le parole, secondo i risultato di questo studio, possono addirittura raddoppiare l’effetto di un farmaco. Ciò che un medico dice su un farmaco sembra cioè avere a che fare con la sua efficacia nel ridurre i sintomi. E se funziona nel trattamento dell’emicrania potrebbe funzionare per una vasta gamma di altri disturbi che coinvolgono l’esperienza soggettiva dei sintomi, dall’asma, al mal di schiena, ai crampi intestinali.

Lo studio ha dimostrato che il placebo rivaleggia con l’effetto del farmaco in pazienti con asma; anche anche quando i pazienti sapevano che stavano prendendo un placebo, hanno ottenuto sollievo da crampi, gonfiore e diarrea tipica della sindrome dell’intestino irritabile; inoltre suggerimenti subliminali possono attivare la risposta dei pazienti al placebo.

La ricerca è stata condotta all’interno del Program in Placebo Studies e del Therapeutic Encounter at Beth Israel Deaconess Medical Centerad in collaborazione con altri ospedali di Boston.

Il team ha deciso di utilizzare l’emicrania per separare la componente placebo delle aspettative dei pazienti: hanno osservato gli effetti durante sette attacchi di emicrania successivi in 66 soggetti, per un totale complessivo di 495 attacchi.

I ricercatori hanno chiesto a tutti i loro pazienti di astenersi dal prendere qualsiasi farmaco per due ore dopo l’inizio del loro primo attacco di emicrania  Poi sono state date sei bustine, ognuna contenente una pillola, da prendere durante i successivi sei attacchi di emicrania.

Due delle buste erano etichettate Maxalt (un farmaco noto), due avevano l’etichetta che indicava che potevano essere entrambe farmaco o placebo e le ultime due erano etichettate come placebo. I soggetti hanno valutato la loro quantità di dolore due ore dopo l’assunzione di ogni pillola.

Quando i soggetti non hanno preso pillole hanno segnalato un aumento del 15 per cento nel dolore dell’emicrania dopo due ore .

Quando hanno preso un placebo, etichettato come tale, hanno riferito il 26% in meno di dolore; quando hanno preso il Maxalt, etichettato come tale, hanno riferito il 40% in meno di dolore; e quando hanno preso una pillola che avrebbe potuto essere un placebo o Maxalt, hanno segnalato una diminuzione del dolore del 40% .

Quando i soggetti hanno assunto Maxalt etichettato come placebo la diminuzione del dolore non era statisticamente differente rispetto a quando hanno preso un placebo etichettato come Maxalt.

Una cosa che colpisce nei risultati è il potere dell’incertezza: i pazienti avevano sollievo dal dolore anche quando non sapevano se stavano assumendo il farmaco o il placebo. 

Questi risultati mostrano come potenzialmente il placebo potrebbe essere utilizzato nei trattamenti quotidiani di una serie di disturbi.

LEGGI:

PLACEBO – EFFETTO PLACEBODOLORE

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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