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Misurare la patologia mentale con il DSM 5… Ecco le novità!

Psicologia e Psicoterapia: Ed ecco apparire sulla scena il DSM 5, in Italia, dobbiamo aspettare il prossimo anno per averlo, ma i suo contenuti già riecheggiano.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 16 Ott. 2013

 

DSM 5 CoverEd ecco apparire sulla scena il DSM 5, cinque e non quinto! Sì, noi, in Italia, dobbiamo ancora aspettare il prossimo anno per avere tra le mani il nuovo manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ma i suo contenuti già riecheggiano.

Con l’avvento del DSM 5, cambia la modalità di misurazione della patologia mentale. Una nuova nomenclatura da cui sono stati estratti nuovi modi di misurare. I test, nuovi di zecca e tutti self report, sono stati ideati per essere somministrati al paziente durante la fase di assessment, e in tempi successivi, per monitorarne il progresso in corso di trattamento e la remissione della  gravità dei sintomi. In questo modo si favorisce il confronto tra inizio e fine trattamento. Le scale dovrebbero essere utilizzate per potenziare il decision-making clinico e non solamente come base per la diagnosi clinica.

Le scale di valutazione possono essere classificate a grandi linee in 4 tipi:

• Le scale di misurazione dei sintomi cross-cutting che possono essere utili ad una valutazione globale dello status mentale, orientando l’attenzione ai sintomi riconosciuti come trasversali in tutte  le diagnosi. Si tratta di sintomi legati al funzionamento generale e all’Asse I. Queste scale aiutano a identificare delle aree di indagine aggiuntive, come memoria, pensieri ripetitivi, uso di sostanze, che forniscano una guida al trattamento e alla prognosi. Sono costituite da due livelli: il Livello 1 è strutturato sotto forma di test volti ad indagare i diversi domini patologici  degli adulti,  bambini e adolescenti. Il Livello 2 è strutturato in modo da fornire una valutazione più approfondita di alcuni domini specifici, come ansia, depressione, mania, disturbi del sonno, etc. Si tratta sempre di misure molto brevi e generiche volte a valutare la presenza o meno del sintomo stesso.

Le scale specifiche, più dettagliate delle precedenti, valutano la gravità del singolo disturbo in tutta la sua manifestazione.  Queste scale possono essere somministrate alle persone che hanno ricevuto una diagnosi o in attesa della stessa. Alcune valutazioni sono auto-somministrate, mentre altre vengono somministrate dal clinico.

• La World Health Organization Disability Assesment Schedule, versione 2.0 (WHODAS 2.0) valuta l’abilità del paziente di portare a termine attività appartenenti a 6 aree: comprensione e comunicazione; evitamento; cura di se; relazioni con i pari; attività quotidiane (casa/famiglia, lavoro/scuola); partecipazione sociale. La scala è auto-somministrata (o dal caregiver) e corrisponde ai concetti contenuti nella WHO International Classification of Functioning, Disability and Health.

• I Questionari, e non interviste semistrutturate, di Personalità del DSM-5 misurano i tratti disadattivi divisi  in 5 domini: sentimenti negativi, separazione, antagonismo, disinibizione e psicoticismo. Per gli adulti e i bambini a partire dagli 11 anni, sono disponibili versioni brevi composte da 15 item e versioni complete di 220 item suddivise in diverse 25 sottoscale  che possono essere riassunte ulteriormente nei 5 domini di base. E’ inoltre disponibile una versione completa per il caregiver.

Ci sono inoltre, delle misure addizionali, Additional Assessment Measures

• L’ Early Development and Home Background (EDHB) può essere utile nella valutazione dello sviluppo primario e del background di esperienze familiari passate e attuali di un bambino che riceve cure. Ne sono state fornite due versioni: una compilata dal genitore o dal caregiver del bambino, l’altra deve essere compilata dal clinico.

• La Cultural Formulation Interview (CFI) è costituita da 16 domande che i clinici possono utilizzare durante una valutazione della salute mentale per ottenere informazioni sull’impatto della cultura negli aspetti chiave della presentazione clinica e della cura di un individuo.

• La Cultural Information Interview- versione per il caregiver raccoglie informazioni collaterali sui domini del CFI dai familiari o dai caregiver.

• La Supplementary Modules to the Cultural Formulation Interview può essere d’aiuto al clinico per condurre una valutazione culturale più esaustiva. I primi 8 moduli supplementari esplorano i domini centrali del CFI in profondità. I successivi 3 moduli si focalizzano sulle popolazioni con specifici bisogni, come ad esempio i bambini e gli adolescenti, gli anziani, gli immigrati e i rifugiati. L’ultimo modulo esplora le esperienze e i punti di vista degli individui che si occupano di caregiving.

Insomma, queste in breve sono le novità che il DSM 5 ci riserva, e prima del suo grande debutto possiamo cominciare e familiarizzare con alcune grandi cambiamenti che determineranno una svolta nell’era della psicodiagnosi.

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Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – DSM5

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