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Curare le fobie…mentre si dorme!

Fobie: manipolare la memoria emotiva durante il sonno è possibile. Lo hanno fatto i ricercatori del Northwestern University Feinberg School of Medicine.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 01 Ott. 2013

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Fobie: manipolare la memoria emotiva durante il sonno è possibile. Lo hanno fatto, per la prima volta, i ricercatori del Northwestern University Feinberg School of Medicine.

La scoperta offre un modo per migliorare il classico trattamento delle fobie attraverso l’esposizione, con l’aggiunta di un componente notturna. La terapia di esposizione comporta una graduale esposizione all’oggetto o alla situazione temuta fino a che la paura scompare.

Studi precedenti hanno dimostrato che l’apprendimento spaziale e di una sequenza motoria può essere migliorato durante il sonno, ma mai in precedenza era stato possibile manipolare le emozioni.

Nella prima parte dell’esperimento i partecipanti venivano condizionati ad associare volti ed odori alla paura, tramite la somministrazione di lievi scosse.

Successivamente, mentre il soggetto dormiva – durante il sonno ad onde lente quando si pensa che avvenga il consolidamento della memoria – veniva esposto all’odore “temuto” ma senza che questo fosse nuovamente associato alla scossa elettrica e al volto.

Il fatto che l’odore venisse presentato durante il sonno ha attivato il ricordo di quello stesso odore più e più volte, innescando il processo di estinzione paura proprio come durante la terapia di esposizione.

Nell’ultima fase dell’esperimento i partecipanti, una volta svegli, sono stati esposti a entrambe le facce. Quando hanno visto il volto che era associato all’odore a cui erano stati esposti a durante il sonno, le reazioni di paura sono state inferiori rispetto a quando hanno visto l’altro volto.

La paura è stata misurata in due modi: attraverso piccole quantità di sudore nella pelle, simile a un test della macchina della verità, e attraverso neuroimaging con fMRI.

I risultati fMRI hanno mostrato cambiamenti nelle regioni associate con la memoria, come l’ippocampo, e cambiamenti nei modelli di attività cerebrale nelle regioni associate all’ emozione, come l’amigdala.

Questi cambiamenti del cervello riflettono una diminuzione della reattività che era specifica per l’immagine del viso associata all’odore presentato durante il sonno.

 

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PAURAMEMORIA – NEUROSCIENZENEUROPSICOLOGIA

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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