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Amore e Familiarità: una questione di Attaccamento

L’amore, spettacolo affettivo di particolare bellezza, si manifesta in tutte le sue espressioni più sublimi verso una persona, scelta accuratamente.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 29 Ott. 2013

Amore e familiarità . - Immagini: © Maksim Samasiuk - Fotolia.comL’amore, spettacolo affettivo di particolare bellezza, si manifesta in tutte le sue espressioni più sublimi verso una persona, scelta accuratamente.

Quando si prova l’ebrezza dell’amore si ha voglia di trascorrere del tempo con la persona (effetto mantenimento del contatto), ci si rivolge all’altro per condividere o risolvere un problema (effetto rifugio sicuro), si può contare sull’altro (effetto base sicura), si prova nostalgia quando si è lontani (effetto ansia da separazione) e si vorrebbe trascorrere insieme quel tempo.

Dunque, scegliere una persona con cui condividere tutte queste cose è impresa ardua, ma spesse volte la scelta avviene senza pensarci troppo su, ovvero in maniera automatica. Sì, automatica! Ci attrae qualcosa nell’altro che riconosciamo come noto, al punto da considerarlo familiare.

Scegliamo qualcuno che somigli ai nostri fratelli o a persone vicino a noi (effetto familiarità), molto simile per gusti, costumi e cultura, (effetto somiglianza). Oppure si preferisce una persona perché molto accorta ai nostri bisogni e sentimenti (effetto sensibilità). Insomma, la scelta è fatta di istinto, di pancia, e la pancia sceglie su basi non puramente oggettive.

Cosa ci muove verso l’altro a noi sconosciuto?

Quello che ci attrae è sempre un aspetto di familiarità, qualcosa che fa risuonare in noi una simpatia per la persona individuata. Questa alchimia si esplica anche nella modalità di manifestare il tipo di legame che si crea. A livello fisico ci sono delle cose che ci attraggono dell’altro, che richiamano alla memoria qualcosa che ci fa sentire a casa. Questo inganno attira l’attenzione nei confronti di un viso piuttosto che un altro, una sorta di sezione aurea.

Quindi, una volta individuato il nostro altro/familiare facciamo il primo passo, ovvero il corteggiamento: voce dolce postura equivoca, bella presenza, che presto cede il posto all’innamoramento, fase in cui si vuole condividere con l’altro tutto, anche la vicinanza fisica, la passione, l’idillio. Infine, si passa all’amore vero e proprio ovvero intimità, complicità, progettualità, e in questa fase il legame di attaccamento si è consolidato, di conseguenza si attua una interdipendenza emozionale e la base sicura. Solitamente si tende a riproporre nella coppia il tipo di attaccamento avuto con i genitori, e avendo scelto una persona affine alle proprie attitudini e facile che questa cosa possa accadere.

Insomma, se si dovesse avere un attaccamento sicuro, si ha una ottima intimità e affinità, ci si sente a proprio agio mostrandosi realmente per quelli che si è.

Al contrario se l’attaccamento fosse ambivalente si potrebbe avere un amore maniacale, nevrotico, eterno innamoramento contrapposto alla perdita di amore allo stesso tempo e bassa fiducia in se stessi. Con un attaccamento evitante i due membri della coppia evitano accuratamente il coinvolgimento affettivo, per questo il legame è definito circospetto.

Comunque, qualsiasi tipo di legame si possa manifestare nella coppia la cosa importante e vivere quell’amore e di quell’amore, perchè solo vivendolo si può capire se porta in sè il segreto magico dell’eternità.

 

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