Una nuova ricerca pubblicata sul giornale Science ha mostrato gli effetti negativi delle preoccupazioni finanziarie sulla capacità individuale di concentrazione e di pensare in modo efficiente.
Le preoccupazioni circa le proprie finanze hanno, infatti, l’effetto di catturare la nostra attenzione e consumare energie mentali che potrebbero invece essere utili in altre aree.
Il disegno sperimentale prevedeva la somministrazione di un compito di intelligenza a due gruppi di soggetti, un gruppo di negozianti del New Jersey e un gruppo di agricoltori dell’India. I ricercatori selezionarono i negozianti in un centro commerciale, estraendo un campione di soggetti di classe sociale medio-bassa, il cui guadagno annuale ammontava mediamente a 70,000$ e quello più basso era di circa 20,000$ all’anno. Prima della somministrazione del quiz di intelligenza, ai soggetti vennero poste delle domande relative a questioni finanziarie, tese ad indagare in che modo avrebbero agito i partecipanti se si fosse rotta l’automobile e avrebbero dovuto ripararla.
Sia i soggetti con estrazione sociale più bassa che quelli più benestanti ottennero punteggi simili al test quando l’ammontare di spese richiesto per il danno era basso, attorno ai 100$. Quando, invece, la cifra richiesta saliva (1,500$) i soggetti di estrazione economica inferiore ottennero punteggi peggiori nell’esecuzione del puzzle.
Secondo l’economista Sendhil Mullainathan, le domande sul denaro stimolavano una parte di cervello relativa alle proprie questioni finanziarie, interferendo con la capacità di pensare e risolvere altri compiti, quale un semplice quiz di intelligenza.
Le nostre risorse cognitive sono, infatti, assorbite da queste preoccupazioni causando una sorte di “rallentamento” nei processi di pensiero.
Questo fenomeno interferisce con il risultato ad un compito di ragionamento. Un trend simile venne trovato con il gruppo sperimentale di agricoltori indiani. In una situazione di forte stress, come quella precedente al raccolto, la performance al compito da parte dei soggetti risultò peggiore rispetto a quella ottenuta dopo aver guadagnato sul proprio raccolto. I soggetti sperimentali non si trovavano in una situazione di povertà, bensì semplicemente in una condizione di stress dovuto a questioni finanziarie e a preoccupazioni largamente diffuse tra la popolazione americana.
In ultima analisi, la conoscenza di questi meccanismi potrebbe facilitare le persone a scegliere adeguatamente il momento in cui prendere delle decisioni importanti e a rimandarle in momenti di forti preoccupazioni al fine di non influenzare negativamente la propria capacità di problem solving.
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BIBLIOGRAFIA
- Mani, A., Mullainathan, S., Shafir, E., & Zhao, J. (2013). Poverty Impedes Cognitive Function. Science, 341 (6149), 976-980.