Attualmente lo strumento primario per diagnosticare la malattia di Parkinson è la capacità di osservazione del medico, che può rilevare i sintomi clinici solo quando la malattia è in una fase avanzata.
Non esistono oggi surrogati biologici ricavabili con metodi tradizionali ad esempio analisi del sangue e delle urine per evidenziare ai primi stadi le patologie neurodegenerative non legate a modificazioni genetiche conosciute.
Quindi la malattia viene identificata solamente quando si manifestano segni clinici che ne facciano sospettare la presenza. Attualmente lo strumento primario per diagnosticare la malattia di Parkinson è la capacità di osservazione del medico, che può rilevare i sintomi clinici solo quando la malattia è in una fase avanzata.
I ricercatori dell’Università di Haifa e Rambam Hospital, hanno proposto un nuovo metodo non invasivo di diagnosi di Parkinson nelle fasi precoci della malattia.
Nello studio, hanno partecipato circa 40 adulti con almeno 12 anni di scolarità, la metà sana e metà con diagnosi della malattia di Parkinson alle prime fasi.
I ricercatori hanno chiesto ai soggetti di scrivere il proprio nome e hanno dato loro anche degli indirizzi da copiare, due attività quotidiane che richiedono capacità cognitive. La scrittura è stata fatta su un pezzo di carta normale che è stato posto su una tavoletta elettronica ed è stata utilizzata una penna speciale con sensori che rilevavano la pressione operata sulla carta dal paziente.
Successivamente sono stati confrontati una serie di parametri: il tempo richiesto per la prova, la pressione esercitata sulla superficie mentre si scrive.
I risultati di questo studio hanno evidenziato differenze significative tra i pazienti e il gruppo sano, infatti i pazienti con malattia di Parkinson hanno scritto lettere più piccole ed hanno esercitato meno pressione sulla superficie di scrittura, inoltre hanno impiegato più tempo per completare l’operazione.
Secondo gli studiosi una differenza particolarmente evidente era il tempo in cui la penna rimaneva sospesa durante la scrittura di ogni parola e lettera, infatti mentre il paziente tiene la penna sospesa, la sua mente sta pianificando la sua prossima azione nel processo di scrittura quindi la necessità di più tempo rispecchia la ridotta capacità cognitiva del soggetto.
Questo cambiamento nella scrittura a mano, può essere un segnale precoce della malattia.
Gli studiosi propongono la convalida di questi risultati in uno studio più ampio, poiché l’uso di questo metodo permetterebbe una diagnosi preliminare della malattia in modo sicuro e non invasivo.
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BIBLIOGRAFIA:
- Rosenblum S., Samuel M., Zlotnik S., Erikh I., Schlesinger I. (2013) Handwriting as an objective tool for Parkinson’s disease diagnosis. Journal of Neurology, Volume 260, Issue 9, pp 2357-2361