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L’intelligenza e la preoccupazione evolvono di pari passo

Secondo i risultati di uno studio recente, l'intelligenza e la preoccupazione (worry) negli esseri umani co-evolverebbero.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 07 Mag. 2012

Aggiornato il 02 Ago. 2012 10:22

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheSecondo i risultati di uno studio condotto da team di ricercatori provenienti da diverse università newyorkesi l’intelligenza e la preoccupazione (worry) negli esseri umani co-evolverebbero.

Già in un precedente studio i ricercatori avevano dimostrato che l’intelligenza correlava positivamente sia con un alto grado di preoccupazione nei pazienti con disturbo d’ansia generalizzato (GAD), che con un basso grado di preoccupazione nei soggetti sani; inoltre sia la preoccupazione che l’intelligenza mostravano una correlazione inversa con alcuni metaboliti della sostanza bianca sottocorticale. In questo ultimo studio i ricercatori riesaminano le relazioni tra ansia generalizzata, worry, intelligenza e metabolismo della sostanza bianca sottocorticale; a questo scopo i risultati dello studio originale sono stati combinati con i risultati di un secondo studio per creare un campione composto da 26 pazienti con GAD e 18 volontari sani. Tutti i soggetti sono stati valutati con la Penn State Worry Questionnaire, con il Wechsler Brief intelligence quotient (IQ), e la risonanza magnetica con spettroscopia (1H-MRSI) per misurare la concentrazione del metabolita CHO nella materia bianca sottocorticale. Anche in questo caso i risultati vengono replicati: infatti il rapporto tra ansia e l’intelligenza è risultato positivo in pazienti GAD, ma inverso nei volontari sani, inoltre sia la preoccupazione che l’intelligenza sono caratterizzate da deplezione del substrato metabolico nella sostanza bianca sottocorticale.

Ma i ricercatori come spiegano questi risultati? Cioè come è possibile che l’ansia patologica, fino ad ora considerata disadattiva, co-evolva proprio con l’intelligenza, il tratto più adattativo per l’uomo?

In questo studio l’intelligenza è risultata associata a due diversi fenotipi: agli individui con diagnosi di GAD che mostravano un alto grado di preoccupazione patologica e agli individui sani che mostravano un basso grado di preoccupazione.

L’ansia patologica rappresenta una risposta a minacce potenziali, simboliche o estremamente improbabili per rappresentare effettivo pericolo per l’individuo. Mentre un intelligente non ansioso è una persona in grado di stimare realisticamente quando una minaccia è estremamente remota, l’individuo preoccupato non abbandona mai del tutto l’idea del pericolo e di conseguenza adotta modelli comportamentali per evitarlo, limitando il contatto con contesti sociali e situazionali potenzialmente pericolosi. In questo senso la presenza di cognizioni negative volte a prevedere catastrofi evitando attivamente contesti pericolosi rappresenta un fenotipo umano altamente vitale.

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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