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La Memoria di Lavoro Visiva è maggiore nelle persone Socialmente Ansiose

La capacità della Memoria di Lavoro Visiva aumenta con l'aumentare dell'ansia sociale di tratto, il rapporto causale è ancora da indagare.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 13 Apr. 2012

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheLa capacità della memoria di lavoro costituisce una delle più importanti funzioni cognitive che influenzano le caratteristiche individuali, come il controllo dell’attenzione, la fluidità dell’intelligenza, e alcuni tratti psicopatologici.

Secondo uno studio recentemente condotto da due ricercatori della Ghent University e della Hiroshima University, la capacità della memoria di lavoro visiva aumenterebbe con l’aumentare dell’ansia sociale di tratto. Già ricerche precedenti suggerivano che l’ansia fosse associata a una compromissione di questa funzione cognitiva ed è stata evidenziata scarsa capacità della memoria di lavoro verbale in persone con elevata ansia di tratto.

Tuttavia, pochi studi hanno indagato la capacità della memoria di lavoro visiva in relazione all’ansia. Nonostante la scoperta di questa correlazione il rapporto tra ansia di tratto e capacità di memoria di lavoro visiva non è ancora chiaro: l’ipotesi fatta dai ricercatori è che le persone che si sentono costantemente minacciate impiegano una più ampia porzione di attenzione visiva per individuare il pericolo, per questo motivo la capacità della memoria di lavoro visiva risulterebbe più elevata proprio nelle persone ansiose. La specificità di questa correlazione è confermata anche dal fatto che l’ansia di stato non appare invece correlata con la capacità della memoria di lavoro visiva.

Questi risultati indicano che le persone socialmente ansiose potrebbero contenere una grande quantità di informazioni nella memoria di lavoro visiva, tuttavia, a causa di una compromissione di questa funzione cognitiva, non riuscirebbero a inibire stimoli irrilevanti, e questo deficit determinerebbe una riduzione delle prestazioni in condizioni molto impegnative. Nel parlare in pubblico, ad esempio, presterebbero attenzione alle reazioni di molti spettatori cogliendo in questo modo anche le reazioni negative di alcuni; a causa di questo anche se il loro intento non è quello di rivolgere l’attenzione ai membri del pubblico, ma di parlare con fluidità e padronanza, potrebbero non riuscire a ignorare le reazioni del pubblico, perdendo di vista l’obiettivo principale.

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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