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Corpi diversi, menti diverse: The Body-Specificity Hypothesis.

La teoria della Body-Specificity ipotizza che attraverso la lateralità della mano il nostro corpo influenzi le nostre scelte e preferenze.

Di Redazione, Stefano Terenzi

Pubblicato il 04 Apr. 2012

Aggiornato il 15 Mag. 2012 12:14

Stefano Terenzi. 

 

Corpi diversi, Menti diverse: the Body-Specificity Hypothesis
Body-Specificity & Lateralità

Piace pensarci come creature razionali che acquisiscono informazioni, le rapportano attentamente e prendono decisioni ponderate. Ma, come si vuol dimostrare, forse ci stiamo prendendo in giro. Da molti anni gli scienziati hanno dimostrato che esistono fattori interni ed esterni in grado di modificare il nostro pensiero, il nostro sentire e come lo comunichiamo. Un elemento di grande influenza sembra essere proprio il nostro corpo.

Un recente studio, pubblicato sull’edizione di Dicembre del Current Science, il giornale dell’ Association for Psychological Science, ha dimostrato come i “capricci” del nostro corpo influenzino il nostro pensiero, in molti modi ed in diverse aree: dall’emotività all’immaginazione, fino al linguaggio. Le persone hanno, ovviamente, differenti tipi di corporatura; ma questa banalità ha un ruolo molto particolare nella regolazione di come le persone pensano e decidono.

L’ipotesi di Daniel Casasanto, della New School for Social Research, denominata da lui stesso body-specificity ritiene che attraverso la lateralità della mano il nostro corpo possa influenzare le nostre scelte. Lo studioso ed i suoi colleghi, tramite le loro ricerche, hanno osservato come essere mancini o destrimani possa influenzare il nostro giudizio riguardo idee astratte; come il valore, l’intelligenza e l’onestà.

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Con una serie di esperimenti hanno scoperto che, in generale, le persone tendono a preferire cose che incontrano sul lato del loro arto dominante. Infatti, quando ai partecipanti veniva chiesto quale di due prodotti avrebbero comprato, quale di due persone assunto per un incarico lavorativo o quale di due creature aliene fosse più credibile, i destrimani regolarmente sceglievano il prodotto, la persona o l’alieno che avevano visto sul lato destro della pagina mostrata; viceversa avveniva per i mancini. Questo genere di preferenze sono state trovate fin dai bambini di 5 anni.

Perché la lateralità manuale influenza così tanto la capacità di valutare?

Per Casasanto, tutto dipende dalla presenza di una maggiore fluidità nella scelta. “Le persone apprezzano più facilmente le cose e le persone più facili da percepire e con cui risulta più agevole l’interazione” dice Casasanto. I destrimani interagiscono nel loro sviluppo maggiormente con il lato destro, rispetto che con quello sinistro, così da creare col tempo un’associazione tra “buono” e “destro” e tra “cattivo” e “sinistro”.

Difatti, quando qualcosa ci fa uno strano effetto o incute un po’ di paura spesso usiamo il termine “cosa sinistra”. Questa preferenza per ciò che è localizzato sul nostro “lato dominante” non è innata e può, dunque, essere modificata. Infatti, è stato riscontrato come i destrimani che avevano subito un danno permanente al loro arto dominante, col passare del tempo, cominciarono ad associare il termine “buono” a “sinistro”. Ciò avveniva anche in esperimenti fatti in laboratorio. Questo evidenzia come, cambiando il “corpo” delle persone, sia possibile cambiare anche il loro sistema mentale.

Risultano ora chiare le molteplici implicazioni di questa ricerca. Una tra le molte potrebbe essere come tale fenomeno possa influenzare i risultati elettorali. Oggettivamente, circa il 90% della popolazione è destrimana, quindi, vien da se che per attrarre la maggior parte dei votanti la collocazione del nome sulla scheda elettorale o sul manifesto politico debba essere sul lato destro. Ergo, possiamo chiederci quanto il voto sia determinato da una scelta soggettiva del votante e quanto, invece, lo sia dalla posizione, lato dominante o non dominante, dell’icona politica posta sulla scheda elettorale.

 

 

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