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Un giorno di ordinaria follia #1 – Posso bere la Candeggina? -Psichiatria-

PSICHIATRIA PUBBLICA: LETTERE DAL FRONTE. Una metafora della follia che sta sia dentro sia fuori, tua e degli altri, di tutti e di nessuno.

Di Elena Caterina Ponzio

Pubblicato il 23 Mar. 2012

Aggiornato il 12 Apr. 2012 10:32

Elena Ponzio.

PSICHIATRIA PUBBLICA: LETTERE DAL FRONTE.  
Naturalmente tutti i dati ed i nomi citati in queste lettere sono stati inventati e le storie raccontate sono ispirate alla realtà ed alla vita in un csm, ma per doverose ragioni di privacy  sono state amalgamate tra loro per renderle irriconoscibili. Ciò nonostante, a volte la realtà supera la fantasia! Buona lettura! 

 

Un Giorno di Ordinaria Follia

  #1 – Posso bere la Candeggina?  

 

Un Giorno di Ordinaria Follia #1 - Posso bere la Candeggina? - Psichiatria - Immagine: © Mario - Fotolia.comOtto del mattino.

Strade buie, parcheggio deserto, a parte il camper del SerT che dà quel sapore di autogrill a gennaio. Il mazzo dalle molte chiavi già tintinnante tra le dita, salgo rapida le scale del mio prefabbricato preferito e anche oggi riesco a non incontrare nessuno. Striscio la carta, inizia la giornata. E sarà lunga perché è lunedì, giorno di reperibilità, 12 ore in collegamento col pronto soccorso, col reparto e le comunità.

Le porte dell’ambulatorio separano e non separano il fuori dal dentro. Quasi una metafora della follia che sta sia dentro sia fuori, che è tua e degli altri, di tutti e di nessuno o secondo i punti di vista. Insomma, la porta c’è ma se spingi bene la apri anche se è chiusa e se parli, anche non forte, si sente tutto e un incontro un po’ frizzante si può trasformare in una seduta collettiva.

Cambiare la Psichiatria Pubblica. - Immagine: © Andres Rodriguez - Fotolia.com
Articolo consigliato: Cambiare la Psichiatria Pubblica.

Non c’è nessuno, meglio così. Non c’è nessuno, posso riordinare le cartelle e le idee, non capita spesso anzi qui al CSM non capita mai. Non capita nemmeno oggi perché mentre fulminei appaiono questi pensieri una voce chioccia strascicata e divertita mi saluta alle mie spalle:

“Dotttoresssa!!? Ma è caduta dal lettttooo??!” “E’ di guarddia? Posso bere la candeggina?

-Incredibile- penso mentre sobbalzo, come ho fatto a non vederlo? Eppure si tratta di un personaggio molto folcloristico, arcinoto nell’ambiente e certamente non discreto né poco appariscente.

“Michele che ci fai qui alle otto del mattino?”

“Sto mmmale, voglio bere la candeggina”

Accendere il disco automatico: file numero 1 michele. :

“Michele lo sai che non si deve bere la candeggina. Cosa è successo?”

 

La risposta non importa come in effetti non importa neppure la domanda perché si tratta di un dialogo molto ben consolidato, un vecchio pezzo di teatro recitato decine di volte a canovaccio fisso. Infatti ignorando la domanda Michele inizia regolarmente una disamina di tutto il pettegolezzo del settore raccattato nel weekend di pellegrinaggio per tutti i pronto soccorso e i reparti di psichiatria della città.

Un po’ come una staffetta sulle montagne, un cantastorie del passato, Michele percorre instancabile decine di km di corridoi ospedalieri trascinandosi dietro l’immancabile carrellino e collezionando novità, saluti, nascite, matrimoni, licenziamenti, malumori e rivalità degli operatori psichiatrici della città. Ogni giorno il suo racconto si arricchisce di nuovi particolari e la catena di aneddoti si allunga con suo grande compiacimento. Se poi l’interlocutore si lascia sfuggire un moto di sorpresa o di interesse per una delle informazioni così gelosamente e appassionatamente collezionate allora la sua soddisfazione è enorme!

“Come è andato il weekend Michele?”

“Bene e poi ho visto il Dr Manzi che è stato molto cattivo…Io gli ho detto che volevo buttarmi dal balcone e lui mi ha risposto di fare pure. E sai cosa gli ho detto? Gli ho detto: –Dottore? Ma buttati tu!!! Ciao, stammi bene e salutami tutti”.

E così com’è arrivato, se ne va.

“Michele stai meglio? Niente candeggina eh mi raccomando!”

Ma le parole vengono sovrastate dal cigolio del carrellino mentre Michele tutto arzillo si allontana, sicuramente per andare a trovare qualche altra vecchia conoscenza cui raccontare che oggi io ero di guardia e chissà, magari che sono un po’ ingrassata!

 

 

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