– Rassegna Stampa –

L’esperimento condotto prevedeva che a tutti i partecipanti venisse mostrata una sequenza di 15 immagini che comprendeva persone senza fissa dimora, bambini che piangono e vittime di guerra e carestia. A ogni partecipante è stato assegnato uno di tre compiti: alcuni dovevano cercare di non provare compassione per i personaggi delle immagini, ad altri è stato chiesto di evitare il disagio derivante dal senso di poca moralità della situazione rappresentata, ad altri ancora è stato detto che erano liberi di sentire ciò che spontaneamente provavano; le istruzioni erano dettagliate e insistevano sull’importanza di fare di tutto per eliminare una determinata emozione.
La fase successiva consisteva nel verificare quale era stato l’andamento del loro senso morale nel corso dell’esperimento. I risultati indicano che chi aveva dovuto sopprimere la compassione si era anche sentito più flessibile nel esercitare il suo senso della moralità: secondo i ricercatori questo è dovuto al fatto che sopprimere i sentimenti di compassione provoca dissonanza cognitiva che le persone tentano di risolvere riorganizzando i loro atteggiamenti e credenze sulla moralità.
BIBLIOGRAFIA:
- Daryl Cameron and B. Keith Payne. (2012). The Cost of Callousness: Regulating Compassion Influences the Moral Self-Concept. Psychological Science March 2012 23: 225-229, first published on February 24, 2012 doi:10.1177/0956797611430334