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Terapia Cognitiva dei Disturbi Alimentari basata sul controllo: trial randomizzato

La Terapia Cognitiva basata sul Controllo nei Disturbi alimentari è una variante al trattamento standard.

Di Redazione

Pubblicato il 22 Feb. 2012

Aggiornato il 02 Ago. 2012 11:36

 

Il modello cognitivo normalmente utilizzato per la cura dei disturbi alimentari ritiene siano la bassa autostima e il perfezionismo patologico gli obiettivi più importanti del trattamento terapeutico. Lo scopo di questo trattamento è ridurre la paura diffusa di fallimento, e di diminuire l’autocritica che nasce dalla valutazione negativa di una propria prestazione (Fairburn, Cooper, & Shafran, 2003.

La Terapia Cognitiva basata sul Controllo nei Disturbi Alimentari (Sassaroli, Gallucci and Ruggiero, 2008) è una variante al trattamento standard. Tale approccio parte dal presupposto che la valutazione e il trattamento della credenza del controllo possano aumentare la comprensione della psicopatologia del DA e l’efficacia del trattamento cognitivo. Per trattare i dolorosi sentimenti di bassa autostima e staccare il paziente dal meccanismo del controllo, tale modello include non solo il riconoscimento e il trattamento razionale di errori cognitivi, ma anche la valutazione di sentimenti dolorosi come la bassa autostima nascosta dietro alla ricerca del controllo e della perfezione. Il protocollo clinico è caratterizzato dai seguenti step:

1) valutazione e riconoscimento del controllo come credenza cognitiva cosciente;

2) valutazione della relazione tra controllo dell’alimentazione, del peso, e del cibo e la percezione di un controllo generale esercitato nella vita;

3) modificare le attitudini del paziente su una percezione di insufficiente controllo e la compulsione di controllo assoluto.

Per tale motivo si è pensato di confrontare i due trattamenti terapeutici: la CBT-ED (Fairburn & Harrison, 2003) e la CFT-ED (Sassaroli et al. 2009), attraverso la realizzazione di un Trial Clinico controllato e randomizzato, per verificare l’efficacia dei due approcci.

Aspetti metodologici:
32 pazienti afferenti all’Ambulatorio per i Disturbi Alimentari dell’Ospedale San Paolo di Milano sono stati suddivisi in due gruppi, uno per ogni approccio terapeutico. Ad entrambi i gruppi è stata somministrata una batteria di test, (EDI-2, MPS, ACQ, RSES), al T0, cioè in fase di arruolamento, ad un tempo T1 prima dell’intervento psicoterapico e ad un tempo T2, dopo l’intervento terapico della durata di 12 sedute.

I dati sono stati analizzati attraverso la realizzazione di una serie di statistiche multivariate. Confrontando i risultati ottenuti dai due gruppi si rilevano differenze sostanziali a carico dei due diversi percorsi terapeutici. I pazienti mostrano dei miglioramenti diversi in base all’intervento terapeutico effettuato. Infatti, Confrontando i dati del gruppo sperimentale e il gruppo di controllo nel T1, emergono differenze significative per la variabile Controllo, dell’autostima e del perfezionismo, oltre che per i sintomi alimentari.

In Conclusione, concentrandosi sul controllo è possibile aggiungere un grado di benessere psicologico e un miglioramento clinico maggiore al paziente affetto da patologia alimentare. I limiti dello studio sono determinati dalla esigua portata del campione.

 

BIBLIOGRAFIA: 

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