– Rassegna Stampa –
Sentirsi in connessione con gli altri, sentirsi parte di un gruppo, non sentirsi esclusi è un aspetto cruciale dell’esperienza umana. Uno studio condotto da ricercatori della Purdue University ha messo a punto una curiosa situazione sperimentale sul campo che ha dimostrato come la sensazione di inclusione o esclusione possa essere influenzata dal semplice contatto visivo perfino con un estraneo.
Uno sperimentatore se ne va in giro camminando per il campus, sceglie a caso alcune persone, e si comporta, alternativamente con le diverse persone scelte, in tre modi: guarda negli occhi, guarda negli occhi e sorride, oppure guarda nella direzione della persona scelta ma senza contatto visivo “come se la persona fosse trasparente”. Un secondo sperimentatore complice, su rapido indizio del collega, immediatamente ferma il soggetto scelto e chiede quanto, nell’ultimo minuto, si sia sentito disconnesso dagli altri.
Le persone che nel minuto precedente avevano avuto un contatto visivo (con o senza sorriso) si sentivano meno disconnesse rispetto a coloro che lo sperimentatore non aveva guardato negli occhi. “Anche perfetti estranei, che semplicemente camminando accanto a noi, non stabiliscono un contatto visivo hanno un effetto – seppur momentaneo- nel farci sentire esclusi e disconnessi dagli altri” dice Wesselmann. Di nuovo un’ evidenza empirica che mette in luce la forza del contatto visivo come modalità di connessione con l’altro anche se sono in gioco interazioni con un perfetti estranei.
BIBLIOGRAFIA:
E. D. Wesselmann, F. D. Cardoso, S. Slater, K. D. Williams. To Be Looked at as Though Air: Civil Attention Matters. Psychological Science, 2012; DOI: 10.1177/0956797611427921