Fumo in gravidanza: a nuova ricerca ne evidenzia la portata dei danni neurologici.

Questi dati sono preoccupanti, poiché mentre in passato le ricerche si sono focalizzate principalmente sugli effetti sul feto del fumo in gravidanza, queste nuove evidenze ci informano sui possibili effetti a lungo termine di questa rischiosa abitudine: l’esposizione al fumo in fase prenatale può infatti portare all’aumento di rischio di insorgenza di sintomi psichiatrici nei bambini fino alla comparsa di veri e propri disturbi durante l’adolescenza (Fergusson et al., 1998; Markussen et al., 2006). Tra i rischi più comuni citiamo i problemi del comportamento, le condotte antisociali, la delinquenza, l’abuso di alcool e di altre sostanze (Button et al., 2005).
Al di là della validità di queste ricerche e dell’innegabile effetto dannoso che il fumo ha sul bambino, dal punto di vista psicologico è doveroso sottolineare che donne che decidono di continuare a fare uso di sigarette in gravidanza potrebbero essere caratterizzate da minore consapevolezza dei rischi legati al fumo e, viceversa, degli aspetti benefici legati allo smettere di fumare, così come potrebbero essere persone che richiedono meno aiuto e sostegno durante la gravidanza. Ci sono, infatti, tutta una serie di ricerche che mettono in evidenza proprio la differenza nella personalità e nello stile di vita di fumatori e non – più bassa soglia di auto-regolazione, basso rendimento scolastico e livello di educazione raggiunto, diete non equilibrate ecc…).
Nonostante le numerose campagne antifumo e l’aumento della consapevolezza dei danni conseguenti, le percentuali delle fumatrici in gravidanza rimangono sorprendentemente alte: oltre il 12% delle donne americane e oltre il 9% di quelle italiane riferisce di avere continuato a fumare anche in gravidanza.
“Data l’importanza di un ottimale sviluppo neuro-cognitivo del bambino per il suo futuro benessere”, commenta il professor George Wehby dell’Università del Iowa negli Stati Uniti coordinatore dello studio, “sarebbe fondamentale progettare degli interventi mirati per ridurre il fumo in gravidanza e, a lungo termine, per il benessere dei bambini e dell’intero capitale umano”.
BIBLIOGRAFIA:
- Markussen Linnet K, Obel C, Bonde E, Hove Thomsen P, Secher NJ, Wisborg K, Brink Henriksen T., (2006). Cigarette smoking during pregnancy and hyperactive-distractible preschoolers: a follow-up study. Acta Paediatr. 95(6):694-700.
- Button TM, Thapar A, McGuffin P., (2005). Relationship between antisocial behaviour, attention-deficit hyperactivity disorder and maternal prenatal smoking. Br J.Psychiatry. 187:155-160.
- Fergusson DM, Woodward L, Horwood J., (1998). Maternal smoking during pregnancy and psychiatric adjustment in late adolescence. Arch Gen Psychiatry. 55(8):721-727.
- Wehby G.L., Prater K., McCarthy A.M., Castilla E.E., Murray, J.C., The Impact of Maternal Smoking during Pregnancy on Early Child Neurodevelopment. Journal of Human CapitalVol. 5, No. 2 (Summer 2011), pp. 207-254
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